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Una pecorella travestita da lupo (perchè e come ci si diventa)

Ultimo Aggiornamento: 23/11/2007 20:53
22/11/2007 10:09
 
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miei genitori litigavano spesso, voi starete pensando che tutte le coppie litigano ogni tanto, ma non tutte arrivano alle mani, o meglio, non in tutti i casi i mariti ubriachi mettono le mani addosso alle mogli rompendogli alle volte un braccio, un dito o quando andava meglio facendogli un occhio nero o una guancia gonfia, ma ai tempi io ero piccola e l’unica cosa che ben ricordo era che su di me mio padre non alzava un dito, mentre mia madre sfogava sulla sottoscritta quello che poco prima qualcun altro aveva sfogato su di lei, e adesso che sono grande mi rendo conto che la mano che si alzava su di me era quella di mia madre, ma che alla fine era come prenderle anche da lui……ma io adoravo mio padre!

Arrivammo al punto di restare senza luce e senza gas, nell’amministrazione dei soldi come nel ruolo di genitori questi due personaggi di cui vi sto parlando non si potevano di certo definire delle cime, e quindi tante bollette in arretrato, soldi che mio padre non si sa bene dove oltre il bere si sputtanava, luce e gas tagliati e addirittura il doversi far portare la spesa dai miei nonni, stanchi delle irresponsabilità del figlio e dell’ignoranza della sua consorte, ma pur sempre a loro volta genitori e nonni di una bambina che amavano e che amava loro e che non volevano lasciare in mezzo alla strada. Ma anche questa bambina era stanca, stanca di sentire le urla dei genitori, stanca di essere derisa dai compagni di scuola (e Dio solo sa quanto dei bambini sanno essere cattivi quando vogliono) per come andava in giro vestita, stanca di luce e gas staccati, stanca di telefonate dei datori di lavoro del padre che chiedevano che fine avesse fatto lui e di sentire la madre cercare di trovare scuse convincenti, stanca di rimanere da sola a casa tutto il giorno fino anche alle dieci di sera e doversi già arrangiare da sola, stanca di essere già grande ancor prima di essere bambina, stanca di una vita che era quella che nessun bambino vorrebbe avere, stanca di aver vissuto in modo adulto ancor prima di passare l’infanzia e l’adolescienza, stanca del fatto che nessuno volesse o potesse spiegarle perché si fosse meritata tutto questo. Quindi, un giorno, questa bambina all’età di nove anni decise di scappare di casa, ma era tanto impaurita e non sapeva dove andare e a chi rivolgersi, per questo attraversò la strada e andò alla porta di fronte al suo palazzo dove abitava la famiglia di una sua compagna di scuola, parlò con i genitori di lei e a loro volta la portarono a casa di un altro compagno di scuola, quello che per lei fu il primo e innocente amore, e lì confidò, con la vergogna di chi si sente responsabile dell’accaduto, quello che stava passando alla madre di lui, una donna che in futuro l’avrebbe aiutata ad uscire da ben più spiacevoli situazioni e che avrebbe contribuito a non farla finire in mezzo ad una strada. Del resto, chi deve diventare grande prima del previsto ed affrontare certe avversità ha solo due scelte: o diventa lupo, selvaggio e all’attacco sempre e comunque prima che gli altri attacchino lui, o diventa pecora, preda per i più forti e carne da macello quando non è più nemmeno in grado di sopportare. Io ero una pecorella che diventò lupo, il lupo più forte del branco che doveva dimostrare in ogni occasione a tutti di essere il migliore, di non aver paura, di saper attaccare e all’occorrenza stendere l’avversario, ed in molti casi i miei avversari peggiori furono la vita ed i sentimenti, cose che sembravano mi dovessero sempre dichiarar battaglia e cercare di atterrare, cose che indurirono la mia corazza, che mi lasciarono tanti segni e tanti lividi.
Ed è questo il punto: come si può chiedere ad un essere umano che è stato deluso e maltrattato in primis dalle persone che più di tutto dovrebbero difenderlo e proteggerlo di amare la vita, come gli si può chiedere ancor meglio di AMARE?
All’età di quindici anni mio padre decise di abbandonare la sua famiglia, probabilmente i tanti debiti contratti e il non saper affrontare le conseguenze delle sue azioni lo hanno spaventato al punto di pensare che la cosa migliore fosse andarsene e finalmente farla finita anche con quel legame coniugale che tanto lo assillava e da cui non traeva, secondo il suo punto di vista, niente di buono, ma ciò che fu peggio è che quel giorno non si rese conto che facendo ciò si sarebbe lasciato alle spalle anche l’unica cosa buona che aveva fatto nella vita: sua figlia, il suo orgoglio e la sua luce, il legame più forte che avesse mai avuto e l’unica creatura a cui, a modo suo, avesse veramente voluto del bene.

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