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dove viviamo?la ns citta'...

Ultimo Aggiornamento: 14/01/2008 18:07
28/10/2007 22:47
 
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dove vivete?
qual'è la vs citta?
un po' di storia?vi va...rendeteci partecipi della citta' in cui abitate [SM=g6794]
cibo?pietanze che la rapprensentano!!! [SM=g7369]


[SM=x1408405]

28/10/2007 22:51
 
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basilica di san apollinare in classe!! [SM=g6796] (io abito a 1 km da lei..)




io sono di Ravenna..
Ravenna, provincia dell'emilia romagna..o meglio l'emilia romagna non è divisa ma noi ci teniamo a dire che siamo ROMAGNOLI [SM=g7040]
nota localita' turistica per i fanatici del mosaico...
[SM=g9360] ma anche per glia manti della vita mondana..: milano marittima, marina di ravenna...ops stavo epr scrivere cesenatico..ma puf è sotto 1 altra prov [SM=g9295]

specialita'?
ragazzi se volete mangiare ene e abbondande...vi aspetto!!
cappelletti!
piadina
squacquarone e fichi caramellati!!
i salumi
insomma..pancia mia fatti capanna!!!
29/10/2007 10:45
 
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[SM=g9461] la mia città...MARENO DI PIAVE

Regione Veneto
Provincia Treviso (TV)

Zona Italia Nord Orientale

Popolazione Residente
7.870 (M 3.936, F 3.934)

Densità per Kmq: 282,8
(dati Istat 2001)

Codici
CAP 31010
Prefisso Telefonico 0438
Codice Istat 026038
Codice Catastale E940
Trasporti

Mareno di Piave è attraversato dall' autostrada A27.

Numero Famiglie 2.786
Numero Abitazioni 2.988
Denominazione Abitanti marenesi
Santo Patrono Santi Pietro e Paolo
Festa Patronale 29 giugno

IL NOSTRO MUNICIPIO


L'ASILO


LA SCUOLA ELEMENTARE


LA SCUOLA MEDIA


LA NOSTRA NUOVA STRUTTURA SPORTIVA


IL NOSTRO CENTRO SOCILE


LA BIBLIOTECA


LA CHIESA DI MARENO DI PIAVE


LA CHIESA DI SOFFRATTA, LA FRAZIONE IN CUI VIVO IO


UNA PIANTINA DELLA LOCALITà



I PIATTI TIPICI SONO QUELLI DELLA CUCINA VENETA,COSE SEMPLICI MA DAL GUSTO UNICO!
I prodotti tipici veneti

--------------------------------------------------------------------------------
Prosciutto veneto.

In Veneto, l'arte di lavorare e conservare le carni suine era ben nota prima dell'avvento dei Romani, grazie all'abbondanza di maiali nei boschi e alle condizioni climatiche particolarmente adatte alla stagionatura. Addirittura, dal III secolo a.C. si sviluppò un'intensa esportazione di questi prodotti verso Roma, che durò fino al crollo dell'Impero.
Questo prosciutto è ottenuto da cosce fresche di suini adulti, di solito appartenenti alle razze Large White e Duroc, nutriti, nell'ultimo periodo, con sostanze ad alto contenuto proteico. Le cosce, vengono raffreddate, ripulite e salate due volte con un intervallo di cinque giorni.

Radicchio di Treviso

Famoso protagonista di diversi piatti è il radicchio di Treviso.
Due le Denominazioni d'origine protetta, con caratteristiche abbastanza diverse: il Tardivo e il Precoce. Il Tardivo, di solito, ha il cespo più piccolo, pesa al massimo 400 grammi, è dotato di foglie rosso vinoso a costola bianca leggermente chiuse in punta e di una radice di circa 6 centimetri. Il Precoce, invece, ha le foglie bianche con una nervatura molto accentuata. Il cespo è più grande, affusolato e chiuso; la radice è piccola. Il peso raggiunge al massimo i 500 grammi. Il sapore, contrariamente al Tardivo, è amarognolo.

Formaggi

FORMAIO EMBRIAGO O UBRIACO
risale al tempo in cui i contadini "ubriacavano" il formaggio con mosto e vinacce di raboso, cabernet e merlot invece di trattare la crosta con il più costoso olio. Aromatico e piccante, è tipico della provincia di Treviso, della sinistra del Piave e di Preganziol.

PECORINO VENETO
la pasta viene posta negli stampi a crudo, per ottenere una caciotta morbida; se la si fa cuocere, diventa un formaggio a pasta dura e a lunga conservazione. La produzione, tipica della zona di Pegolotte (Venezia) e delle province di Padova e Mantova, è piuttosto limitata.

RICOTTA AFFUMICATA
prodotta nella zona dell'Agordino, di Sappada e nella piana del Cansiglio, viene trattata con legna di conifere verdi. Dopo almeno un mese di stagionatura, si può grattugiare.

Pasta

BIGOLI : sono ruvidi e grossolani spaghetti di pasta fresca, a volte integrali, a volte di grano duro.
CASUNZIEI : i bellunesi sono farciti con zucca o spinaci e prosciutto cotto tritato; gli ampezzani, ripieni di bietole bollite e saltate nel burro, mescolate con ricotta, pangrattato e uova.
GNOCCHI DI SAN ZENO : preparati per il Carnevale veronese e cucinati per l'occasione col tipico spezzatino di cavallo. I pezzetti di pasta vengono fatti rotolare su una grattugia perché abbiano i brufoli a fior de pansa.
Riso con i "bruscandoli"
I bruscandoli sono l e tenere cime di luppolo che cresce spontaneo, vengono poi bolliti e utilizzati per preparare minestre o risotti.

Risotto alla trevigiana
Come dice il nome, è un piatto tipico del trevisano. Dopo aver preparato un soffritto a base di cipolla e sedano, si aggiunge alla cottura del riso pezzi di luganega di Treviso, la quale è composta con le carni del collo e del guanciale del maiale insaccate in corti pezzi di budello.

E DA NON DIMENTICARE IL NOSTRO PROSECCO DI CONEGLIANO-VALDOBBIADENE!!!
UNA DELLE NOSTRE CANTINE...



SE VOLETE SAPERNE DI PIù... [SM=x1408407]


29/10/2007 12:03
 
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..... Un po di Lucca........



Al confine fra le terre liguri e quelle etrusche, su un'isoletta creata dall'antico fiume Auser (ribattezzato Serchio) al centro di un vasto comprensorio palustre, in una data imprecisata, nasce Lucca. E' proprio dalla caratteristica ambientale della zona che la città prende il nome. Il toponimo Lucca deriva infatti dalla radice celto-ligure luk, ovvero "luogo di paludi". Il deflusso irregolare del fiume Auser, infatti, causava molti problemi alla città, soggetta a continue alluvioni.  



Grazie all'intervento idraulico (la deviazione del fiume verso Riprafatta e il mare) voluto dal Vescovo Frediano, morto nel 588 d.C. la situazione subì un netto miglioramento, consentendo, in epoca alto medievale, la bonifica del comprensorio.
Nonostante sia impossibile stabilire con certezza il suo anno di fondazione, sappiamo che i reperti archeologici più antichi venuti alla luce risalgono a un periodo che varia dal VI al II secolo avanti Cristo e testimoniano la presenza sia dei liguri che degli etruschi. La notizia più antica documentata ce la dà lo storico romano Tito Livio, quando racconta che nel 218 a.C. il console romano Sempronio Longo, respinto da Annibale si ritrae a Lucca. Nel 180 avanti Cristo, come riporta sempre Tito Livio divenne colonia latina, un secolo dopo (89 a.C.) municipium.
 
Nel 56 a.C., inoltre, fu scelta da Cesare, Pompeo e Crasso come sede del convegno per il primo Triumvirato. Durante tutta l'età imperiale la sua importanza fu minore rispetto a Luni e alla vicina Pisa, cui originariamente era strettamente collegata. Solo successivamente, durante l'occupazione dei Goti e dei Bizzantini (552 d.C.), caduto l'impero Romano d'Occidente (476 d.C.), Lucca riuscì ad accrescere il suo valore. Tant'è che in questo periodo è documentata anche la nascita di una zecca. Dopo l'invasione dei Longobardi (570 d.C.), che liberarono la città dal dominio dei Bizantini, Lucca divenne centro amministrativo e giudiziario sottoposto agli ordini impartiti dal dux.
Questo momento sancisce la ripresa politica, religiosa (i Longobardi convertirono i lucchesi al cristianesimo) ed economica della città. Soprattutto grazie alla via Francigena-Romea. Oltre a questo, dei primi anni del nuovo dominio sappiamo poco. È certo che ai ricchi proprietari si sostituiscono i Longobardi, che costituiscono una nuova forma di aristocrazia terriera.




piccoli proprietari devono in qualche modo contribuire all'economia locale donando parte del loro raccolto, mentre i beni collettivi e quelli del fisco vengono raccolti sotto la Corona. Infine nella campagna lucchese, oltre alle proprietà regie e longobarde, si estende anche un vasto patrimonio fondiario ecclesiastico che si sviluppa soprattutto sotto la stirpe dei vescovi Longobardi, a partire dal VIII secolo.
Nel IX secolo Lucca fu conquistata dai Franchi, che crearono il Marchesato di Toscana facendo di Lucca la residenza urbana.
 
È in quello stesso periodo che cominciarono ad affermarsi le autonomie cittadine e a nascere i primi contrasti con Pisa che assumendo sul mare un ruolo difensivo e militare sempre più importante rese difficili i rapporti con le città vicine. In quegli stessi anni, a Lucca come in altre città italiane, nasce il conflitto fra la chiesa e l'impero.
La forte opposizione della contessa Matilde al vescovo Anselmo da Baggio (nipote del papa Alessandro II), fece sì che la città potesse godere delle simpatie dell'impero, che favorì l'istituzione delle prime strutture di autogoverno. Infatti successivamente, stipulato un trattato di pace, Lucca ottenne da Federico Barbarossa il riconoscimento dei propri diritti. Fu proprio a causa del nuovo ordinamento imperiale che Lucca abbandonò la fede ghibellina per aderire alla lega dei guelfi (meglio conosciuta come "Lega guelfa di S.Genesio", costituitasi nel novembre del 1197).



Inizialmente la direzione del Comune restò in mano alle famiglie consolari. L'espansione del "contado" e lo sviluppo della vita economica portò di fatto a una modifica della strutture del potere. Questa situazione, però, non durò a lungo. Dopo l'acquisto del feudo della Garfagnana (1248) e dopo la scissione dei guelfi, che governavano dal 1266, gli statuti emanati nel 1308 definirono il nuovo assetto istituzionale della città; dove l'area urbana, il distretto circondariale delle Sei miglia attorno alla cerchia muraria e il contado (che a sua volta era scisso in dodici vicariati) erano ben distinti.
 
Però Lucca, che in quegli anni visse un momento particolarmente felice per la sua economia (basata soprattutto sul commercio), perse la sua indipendenza nel 1314, cadendo sotto il dominio del signore di Pisa, Uguccione della Faggiola. Approfittò della situazione Castruccio Castracani della famiglia degli Antelminelli, che sei anni dopo liberò Lucca e venne eletto, prima capitano generale e difensore della città, poi, dopo le conquiste, anche duca di Lucca, Pisa, Pistoia, Luni e Volterra.
Stroncato dalla malaria, Castruccio lasciò indifesa la "sua" Lucca, che perse di nuovo l'indipendenza venendo soggiogata dai pisani (1342). Carlo IV di Boemia rese a Lucca la libertà e ridefinì la sua autonomia amministrativa Si trattò di una struttura forte, che resistette anche all'attacco della signoria di Paolo Guinigi, che si concluse con la restaurazione dell'antico reggimento. Persa la Garfagnana e terminate le guerre d'Italia, dopo un lungo periodo di neutralità Lucca stabilì un'alleanza con Carlo V (1522); nello stesso anno la città fu costretta a subire la congiura dei Poggi e poi la rivolta degli straccioni (1531-1532) e a vivere la crisi religiosa (conclusa nel 1556). Fu un periodo nero per i lucchesi. Addirittura, nel 1549, Francesco Burlamacchi morì nel tentativo di formare una confederazione regionale per liberare il territorio dagli insediamenti medicei.
In quegli anni, alle limitazioni dell'esportazione dei prodotti locali, i mercanti risposero investendo cospicui capitali nella costruzione di ville e nella valorizzazione delle terre limitrofe. Con la riforma Martiniana, proposta dal gonfaloniere Martino Bernardini nel 1556, ai lucchesi fu riservato l'accesso alle cariche pubbliche, mentre venne limitato il diritto di cittadinanza a chi era nato dentro le mura. Poi il cerchio si strinse con la nascita del "Libro d'oro" (1628), che raccoglieva i nomi delle famiglie nobili tra cui era necessario scegliere i governanti. Iniziarono i lavori per la costruzione della cerchia muraria, a garanzia della libertà assicurata dalla Spagna e dall'Impero. Poi, con la conquista dei francesi (1799), la repubblica crollò.
Ma alla fine della seconda repubblica, che resisté fino al 1805, Lucca, per volere di Napoleone, divenne principato di Elisa Bonaparte (che sperperò molto denaro pubblico curando però gli aspetti economici e sociali) e di Felice Baciocchi. Crollato l'impero Napoleonico, dopo una breve reggenza austriaca, a seguito del Congresso di Vienna, la città venne affidata alla duchessa Maria Luisa di Borbone e poi al figlio Carlo Ludovico, che per governare scelse di avvalersi dell'esperienza di due valenti statisti come Ascanio Mansi e Antonio Mazzarosa.
Carlo Ludovico, nel 1847, decise di passare la città in mano al granducato di Toscana attraverso un trattato di reversione già sancito dal congresso di Vienna che divenne anticipatamente esecutivo.



Le Mura Urbane e Porta San Donato

     Le Mura di notte


La chiesa di San Michele

Piazza del Giglio



Cattedrale di San Martino
 


Prodotti tipici:

Pane Toscano Un pane semplice, dall'aspetto rustico, con crosta croccante e mollica molto alveolata. Il famoso pane Toscano viene prodotto principalmente ad Altopascio, in provincia di Lucca. Si conserva a lungo se cotto nel forno a legna e la sua caratteristica principale, che lo rende unico, è quella di essere completamente privo di sale. Accompagnato da cibi saporiti e piccanti offre un contrasto molto gradevole.

Olio Extra Vergine di Oliva L'olio di oliva rappresenta per la Toscana un prodotto agricolo di qualità. Famoso nei secoli, viene ricavato con metodi antichi, con la tradizionale coltivazione delle piante e prodotto ancora in frantoi artigianali. Il suo valore si è mantenuto alto, per l'attenzione continua dei coltivatori. In alcuni luoghi, la sua produzione, selezionata e molto contenuta, ne fa un prezioso alimento DOC. Ha la caratteristica di esaltare i profumi ed i sapori delle pietanze.

Lardo di Colonnata

Il lardo è quel salume che ha reso famosa Colonnata nel mondo: un tempo era il "companatico" dei cavatori, che lo affettavano sottile per metterlo dentro le pagnotte rustiche insieme ad alcuni pezzetti di pomodoro; il tutto veniva preparato la mattina presto e insieme al fiasco di vino serviva ad assicurare le calorie necessarie ad affrontare le ripide salite e la fatica degli scavi. Il lardo di Colonnata deve la sua eccezionale bontà alla stagionatura che avviene in una caratteristica conca di marmo
 

Castagne In Toscana le castagne, vengono raccolte un po' ovunque, in Lunigiana, in Garfagnana, sulle Alpi Apuane, quando non servono per produrre la farina di neccio, vengono lessate per ottenere i "ballocciori", insaporiti con foglie di alloro e finocchio;  Oppure vengono passate nella tipica padella dal fondo bucherellato e abbrustolite  per ottenere le "mondine" o "caldarroste". Ottime se mangiate appena cotte e bagnate con vino rosso.

Farro della Garfagnana La coltivazione del Farro della Garfagnana risale al 7000 a.C. ed all'epoca veniva utilizzato dalle popolazioni,  per farne polenta o focacce. Si differenzia dalle altre qualità di Farro per le dimensioni del chicco, più grosse, e per la tenuta in cottura, ha un sapore particolare, inconfondibile e gustoso. La minestra di farro, piatto tipico in Garfagnana, oltre che essere prelibata, risulta di particolare beneficio per l'organismo umano.


Funghi Porcini I Funghi porcini della Lunigiana hanno un profumo intenso, un sapore delicato e sono da secoli il vanto della montagna lunigianese. Oggi, la raccolta, la lavorazione e la conservazione  dei funghi è garantita da cooperative specializzate.


 Brigidini di Lamporecchio Famosi dolci di Toscana. Nati da un errore in cucina, hanno fatto la fortuna di Lamporecchio (Pistoia). I brigidini di Lamporecchio, sono piccole e fragranti cialde dorate a base di uova, zucchero, anice  e farina. Si trovano in tutte le fiere e feste di campagna dove vengono cotti in pubblico nelle forme da cialde.


Farina di neccio della Garfagnana

In Garfagnana, la farina di castagne o come si dice, di "neccio", per secoli, ha sostituito e integrato la farina di grano nella preparazione del pane, dei dolci e della polenta. Oggi, viene apprezzata, per il suo profumo e per la sua delicatezza al palato. Il famoso castagnaccio si ottiene impastandola con acqua, noci, bucce d'arancia, olio e cuocendola in forno. Ancora oggi con la farina di neccio, vengono prodotti pani speciali e dolci rustici.


Buccellato di Lucca

E' il dolce lucchese più famoso ed è composto da farina bianca, zucchero, semi di anice, lievito di birra. Viene prodotto in diversi modi, ma la ricetta originale è in possesso della famiglia Taddeucci che da sempre la tramanda gelosamente da padre in figlio. Il buccellato si può mangiare anche "posato" oppure fritto passato prima nell'uovo, oppure a fette inzuppato nel vin santo.

  


29/10/2007 20:27
 
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Re:
veronica1980, 28/10/2007 22.51:

basilica di san apollinare in classe!! [SM=g6796] (io abito a 1 km da lei..)




io sono di Ravenna..
Ravenna, provincia dell'emilia romagna..o meglio l'emilia romagna non è divisa ma noi ci teniamo a dire che siamo ROMAGNOLI [SM=g7040]
nota localita' turistica per i fanatici del mosaico...
[SM=g9360] ma anche per glia manti della vita mondana..: milano marittima, marina di ravenna...ops stavo epr scrivere cesenatico..ma puf è sotto 1 altra prov [SM=g9295]

specialita'?
ragazzi se volete mangiare ene e abbondande...vi aspetto!!
cappelletti!
piadina




bellisssima ravenna, gran bella città, ci sono stato l anno scorso due giorni.mi ricordo alloggiavo in via podgora a due passi dal centro. è a misura d'uomo, penso si viva benissimo. confermi? a me è piaciuta un sacco.
squacquarone e fichi caramellati!!
i salumi
insomma..pancia mia fatti capanna!!!




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24/11/2007 21:54
 
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a regà me state a fa venì fame!!
24/11/2007 23:35
 
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ciaooo, ben arrivatooo!!!! [SM=x1408407] [SM=p1424398]
26/11/2007 19:59
 
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Trento
Capoluogo del Trentino, a poca distanza dalle Dolomiti e dai numerosi laghi che si trovano nelle vicinanze, Trento è una città d'arte che si presenta con una forte impronta rinascimentale che la caratterizza per i suoi colori, i suoi palazzi e la rende unica tra le altre città dell'intero arco alpino.

Il castello del Buonconsiglio



La piazza Duomo si apre nel cuore della città, di cui è il centro di attrazione e il nodo viario fondamentale.
Ampia e assai vicina, nella pianta, al quadrato, è cinta da palazzetti tipici dell'architettura trentina, tra cui spiccano, all'imbocco di via Belenzani, che l'arricchisce con la sua scenografia prospettica, le due pittoresche case al Duomo, affrescate nella facciata dal Fogolino (1530).
Gli edifici che la caratterizzano sono il duecentesco palazzo Pretorio, solido, merlato, chiuso tra la torre Civica e il cosiddetto Castelletto che si erge all'altro capo come un baluardo


Fontana del Nettuno in Piazza Duomo




queste le ho fatte io

veduta da sud a nord


collina est, dove abita la mia mamma


facciata del duomo


lato del Duomo


particolare della fontana del Nettuno
[Modificato da assorta 27/11/2007 08:31]
26/11/2007 20:00
 
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azz non si vedono...va beh adesso scappo a casa domani sistemo
26/11/2007 21:47
 
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Non saprei da dove cominciare, in onore alle coppiette innamorate, dedico il panorama dal Gianicolo, famoso per il colpo d'occhio che racchiude un bel po di monumenti di Roma e le sue Basiliche. Lo conoscono le coppiette che romanticamente godono di uno degli scorci più suggestivi di Roma. E' da qui che ogni giorno a mezzogiorno, l'Esercito Italiano, spara un colpo di cannone!



il Fontanone [SM=x1408408]
[Modificato da (mariachiara) 27/11/2007 09:10]
27/11/2007 09:02
 
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un omaggio ad assorta


il mio angolino peferito
27/11/2007 09:12
 
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27/11/2007 09:15
 
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naturalmente le ho fatte io, quella alla fontana con canottiera arancione sono io qualche chilo fa, ahahaha, ma sono di casa lì
27/11/2007 09:15
 
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ricambio l'omaggio [SM=g9481]
27/11/2007 09:20
 
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Ma graziaeee [SM=x1408409] [SM=g9360] [SM=x1409561]
27/11/2007 09:49
 
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è di 2 anni fa, siamo venuti a Roma a festeggiare il nostro primo anniversario... :)
27/11/2007 10:06
 
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quando ci tornerete, fatemi sapere ok?
27/11/2007 10:10
 
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certo! [SM=g6903] e tu se torni a Trento
[Modificato da assorta 27/11/2007 10:10]
28/11/2007 15:27
 
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io adoro romaaaaaaaaaaaaaaaaaa
29/11/2007 11:20
 
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Re:
Sabry90@, 29/10/2007 10.45:

[SM=g9461] la mia città...MARENO DI PIAVE

Regione Veneto
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ho trovato una mia concittadina, [SM=x1408407]
[Modificato da assorta 29/11/2007 11:22]
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