Squilla il telefono. Corro a rispondere. E' C. disperata. La bimba ha vomitato e va avanti così da una settimana. La tranquillizzo come mio solito: sono consapevole della difficoltà dello svezzamento, ma dicono che sia normale. Le consiglio comunque di recarsi dal pediatra, cosa che si appresta a fare nel pomeriggio.
Chiudiamo la conversazione promettendoci di vederci, più prima che poi.
Riaggancio la cornetta, e nella mia mente corre veloce la solita affermazione:
- Nemmeno questa volta mi ha chiesto come sto-.
- Lei è fatta così-,
mi dico subito dopo. E riprendo a svolgere le mie faccende.
La mente è sempre li, a quell'amica che forse così non dovrei nemmeno definire. Mai, e dico mai, che da lei abbia ricevuto un briciolo di interessamento. E pensare che mi ha pure chiesto di accompagnarla durante la prova dell'abito nuziale. Credevo... ed invece mi sbagliavo, come sempre.
Ricordo quella volta quando lei era incinta. Abbiamo passato mezz'ora in totale conversazione, senza mai fermarci...correggo, senza che lei si fermasse. Lei. Io come un ebete ad ascoltarla. E dalle sue labbra, anche in quella occasione, non sono mai uscite le parole "Come va".
Da quella volta me lo sono imposto: mai più parlare di me se all'altro non frega nulla.
E' così difficile?
[Modificato da chiaralapazza 08/02/2008 11:26]