00 29/10/2007 22:23
Re:
|Denilson|, 29/10/2007 22.14:

Ti posto il mio "Giovanna D'Arco", scritto a Recife durante il Carnevale del 2002.



GIOVANNA D’ARCO

Ieri a Recife è cominciato il Carnevale, la festa che i brasiliani attendono per un anno intero. Anche stasera deve esserci tantissima gente a Recife Antigo, a ballare, a divertirsi.
Il lungomare di Boa Viagem, dove risiedo, è deserto. Il mio amico è rimasto in camera. Ieri ci siamo lasciati trascinare dall’euforia collettiva, ed oggi siamo molto stanchi.
Scendo in strada a fare due passi. Boa Viagem è una lunga striscia di 9 km. Ne percorro buona parte, senza incontrare quasi nessuno. Ogni tanto passa un taxi, o un auto della polizia.
Vado sulla parallela del lungomare. Qui c’è qualche bar aperto, un ristorante, una farmacia. Vedo una ragazza piuttosto giovane, di pelle nera. Ha i capelli lunghi con le treccine. Mi guarda e non dice niente. Capisco che è una prostituta, non avrebbe altro motivo per essere lì. Non tenta di adescarmi. Il suo bel viso è imbronciato. Le chiedo perché. Mi aspetto che dica: "non mi piace questo lavoro". Troppo banale. La sua risposta mi mette a disagio, mi fa sentire superficiale: "non ho i soldi e vorrei mangiare".
Mi sento davvero uno stupido, un ipocrita, un moralista. Se questa sera lei non avrà clienti, andrà a letto senza mangiare. Questa è l’unica verità. Le chiedo il nome: "mi chiamo Joana, Joana d’Arco". Giovanna d’Arco. Tiro fuori dei soldi da una tasca. Ho 20 reais. Faccio a metà con lei. A Recife con 10 reais si può cenare.
All’inizio non sento di fare una elemosina: le offro semplicemente una cena, come ad una amica. Giovanna evita parole superflue. Mi dà un bacio sulla guancia, poi sorride. Il suo sorriso è splendido, è un incanto che cancella la tristezza del suo volto. Eppure quando vado via sono turbato: anch’io in fondo ho comperato qualcosa di lei...



prima di iniziare a leggerlo, provo ad inserirlo nella sezione "pensieri e parole" [SM=g9360]