00 09/02/2008 08:45
so che questo argomento a molti non interessa..ma io continuo a postare brani interessanti...è una storia vera, vi ricordo...

"non so quanto ho iniziato a portarmi dietro il mio animo diviso, il mio semenzaio di contrasti. Forse da quell'episodio del cane. Per un attimo rivedo me stessa bambina, con le trecce scure, il vestito con le cappe al posto dell'orlo, in una giornata di primavera, mano nella mano con mio fratello, andavamo da Veruda a Valcane, parlavamo logicamente nella nostra lingua, nostra come il latte, come il pane, come l'aria, come il cibo, come l'acqua, come il sole, come il sale, parlavamo nella maniera più naturale del mondo senza renderci nemmeno conto di fare uso di una certa lingua, non avevamo nemmeno cognizione della differenza fra le lingue. Vicino alla scuola elementare "Vladimir Goitan" un uomo stava fermo con un grosso cane, ma noi non riuscivamo a mettere completamente a fuoco l'immagine. Gli andavamo incontro, ignari. Quando gli fummo vicini lui ci guardò con occhi cupi e fermi e ci disse "se vi sento ancora parlare italiano mollo il cane che vi divori. ve la faccio passare io la voglia di parlare questa lingua fascista"
ci afferrò il disperato istinto di fuga che prova un animale selvatico davanti a un essere molto più grande, più potente di lui. Nell'istante in cui ci fissammo, come bestie prima di prendere ciascuno la propria decisione, lui di attaccare col suo cane e noi di fuggire, capimmo di colpo che in quel gioco spaventoso ogni tentativo di fuga o di difesa era ridicolo; avevamo meno probabilità di una lepre inseguita perchè le nostre gambe erano paralizzate dalla paura. Ce ne restammo zitti e per tutta la strada fino alla casa di donna, domandandoci "in che lingua dovevamo parlare??"

fu così che i fratelli della protagonista si iscrissero alla scuola croata ed i loro nomi, claudio e diego..divennero Klaudio e Dijego