00 05/05/2008 11:26
Sai Vinkor che sono stato in tutti i luoghi che hai citato e che li ricordo perfettamente? Se ti va scrivi dei tuoi luoghi. Io ti racconterò come sono adesso. Adesso posto subito un breve racconto ambientato al bar Vinicius!



DESAFINADO

“Se tu dici che io stono, amore, /sappi che questo provoca in me un immenso dolore, /solo i privilegiati hanno un orecchio come il tuo, /io ho solo quello che Dio mi ha dato…”(Desafinado, A.C.Jobim).
Dopo avere cenato al Ristorante “Garota de Ipanema”, scendo al Bar “Vinicius” per il concerto di Maria Creuza.
Il locale è piuttosto piccolo e pieno di fumo. C’è tanta gente elegantemente vestita seduta ai tavoli. Sono fra i più giovani presenti. Noto che si beve whisky e non caçhaca. Mi siedo su uno sgabello al bancone e ordino un cocktail.
L’atmosfera è anni ’60, quando la bossanova aveva varcato i confini del Brasile ed era di moda ovunque. Ora i ragazzi di Rio ascoltano musica diversa e solo un documentario recentemente uscito sulla vita di Vinicius de Moraes ha schiuso loro questo mondo che rischiava di finire dimenticato.
Il repertorio di Maria Creuza, forse l’ultima regina della bossa, è molto curato. Canta una Rio oleografica, che non esiste più. La sua voce è vellutata, una carezza per l’udito.
Avverto un senso di solitudine. Forse vorrei una compagna accanto, o più semplicemente sono io che sono desafinado (“stonato”) con l’ambiente che mi circonda. La coscienza che un periodo così magico non possa ritornare mi riempie il cuore di malinconia. Sono attorniato da persone che vivono nel passato e lo rimpiangono, con tanta, tanta saudade.
Salgo le scale dell’interrato (che effetto la musica sotto terra!) ed esco fuori. Non cerco un taxi. Torno a Copacabana a piedi, lentamente, sotto una pioggia leggera.

[Modificato da |Denilson| 05/05/2008 11:27]