assorta, 29/07/2008 10.09:
Faccio solo una piccola parentesi riflessiva. Io non definirei i lavoratori in nero lavoratori che "non percepiscono alcun reddito"
Ricordiamoci che chi lavora in nero non paga le tasse e tutto quello che guadagna entra diritto nelle proprie tasche. E spesso non è poco. Se calcolate che io prendo 5 euro circa netti all'ora, lavorando con regolare contratto, mentre una baby sitter o una colf in nero ne prende anche 15-20 all'ora
Per come la vedo io in questo caso (e forse anche in altri - preti e suore ad esempio - se andassero esaminati bene) il provvedimento sia corretto.
Per il resto sono d'accordo con voi che fanno le cose con i piedi
Non solo i preti e le suore, ma anche le casalighe che magari non hanno mai lavorato, neanche in nero.
Penso a tutte quelle donne che non hanno mai lavorato fuori casa perchè mantenute dal marito, che magari adesso sono vedove e vivono della pensione del marito. Non credo se la passino benissimo.
E poi non è che uno si diverta a lavorare in nero, spesso non ha scelta, se il lavoro te lo danno solo in nero non è che puoi scegliere, o lavori in nero o non mangi!
Le colf non pagano i contributi, però chi è che non le vuole regolarizzare? Il loro datore di lavoro! E perchè lo fa? Per pagarla di meno (altrimenti dovrebbe versarle i contributi). Quindi alla fin fine di chi è la colpa? Chi è che ci guadagna?