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Riflessione sulla vita...

Ultimo Aggiornamento: 09/01/2008 21:03
09/01/2008 08:08
 
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...prendendo spunto da un brano tratto dal libro "La ragazza delle arance"
Sto quasi per terminare il meraviglioso libro "La ragazza delle arance", vi dico che in assoluto è il più bel libro che abbia mai letto...commovente, ma allo stesso tempo dolcissimo...ed alla fine del libro viene fatta una domanda...che io giro a voi...
ma prima vi racconto brevemente la trama del libro...

Georg ha quindici anni e conduce una vita tranquilla, come la maggior parte dei suoi coetanei. Ma un giorno trova una lettera che suo padre gli aveva scritto prima di morire - quando Georg era ancora molto piccolo - e che aveva poi nascosto nella fodera del passeggino, affinché il figlio la potesse trovare una volta grande. In questa lettera il padre, Jan Olav, racconta la storia della "Ragazza delle arance", da lui incontrata per caso su un tram di Oslo. Si scambiano un'occhiata fugace. Pochi minuti più tardi, il giovane crede che alla ragazza stia per cadere un grosso sacchetto di carta colmo di arance. Si lancia verso di lei, col risultato che tutte le arance finiscono sul pavimento. La giovane gli dà del cretino, scende alla fermata successiva, gli chiede se può prendersi un'arancia, e il giovane annuisce sbigottito. Passano alcune settimane e i due si incontrano di nuovo in un caffè. Anche questa volta la giovane regge un grosso sacchetto pieno di arance. Per un intero, interminabile minuto, si guardano. Poi, con un movimento pieno di grazia, lei si alza ed esce dal caffè, con l'inseparabile sacchetto tra le braccia. Lui la vede con le lacrime agli occhi. I due, finora, si sono scambiati soltanto pochissime parole. Il resto è un mistero, al quale Georg si appassiona immediatamente e che lo riguarda molto da vicino; un film quasi muto che Jostein Gaarder, a poco a poco, fa parlare con una musica lieve, quasi una fantasia tra memoria e presente. Nella lettera, il cui testo si alterna alle riflessioni di Georg, la storia della "Ragazza delle arance" è un pretesto per parlare del senso della vita. Le due voci, del padre che giunge dal passato e del figlio, si intrecciano a creare una storia che ha il profumo di una moderna saga nordica familiare e il sapore ineffabile della nostalgia. La ragazza delle arance alla fine si scopre essere la madre di Georg ed il ragazzino leggendo la lettera impara a conoscere il padre di cui ormai ricordava pochissimo...

la lettera che il padre, distrutto dal dolore perchè la morte è ormai imminente, lascia al figlio si conclude con questa riflessione e con una domanda...spero abbiate la pazienza di leggere tutto...


Immagina di trovarti sulla soglia di questa favola, in un momento non precisato di miliardi di anni fa, quando tutto fu creato. Hai la possibilità di scegliere se un giorno avresti voluto nascere e vivere su questo pianeta. Non avresti saputo quando saresti vissuto e neppure per quanto tempo saresti potuto rimanere qui. Avresti solo saputo che, se avessi scelto di venire al mondo, un giorno quando i tempi fossero stati maturi, avresti dovuto anche staccarti da tutto e lasciarlo dietro di te. Forse questo ti avrebbe ferito violentemente perchè molte persone pensano che la vita in questa grande favola sia così meravigliosa che vengono loro le lacrime agli occhi al solo pensiero che un giorno debba finire. Può essere così bello qui che fa un male terribile pensare che prima o poi non ci saranno più altri giorni da vivere. Cosa avresti scelto, Georg, se ci fosse dunque stata una potenza superiore che ti avesse lasciato questa scelta. Avresti scelto di vivere una vita sulla terra, oppure avresti rifiutato di partecipare a questo gioco perchè non accettavi le regole??

(ora l'autore dopo aver posto la domanda riprende le sue riflessioni)

Nel corso delle ultime settimane mi ero più volte posto io stesso la medesima domanda. Avrei scelto di vivere una vita sulla terra ben sapendo che all'improvviso mi sarebbe stata strappata via, forse proprio nel bel mezzo dell'ebbrezza della felicità? Oppure già in punto di partenza avrei rifiutato tutto questo gioco azzardato del "dai e togli"? Perchè veniamo al mondo una sola volta. Veniamo fatti entrare nella grande favola. E oplà, in men che non si dica la favola è finita. No, non ero tanto sicuro di cosa avrei scelto. Credo che mi sarei rifiutato di partecipare a queste condizioni. Se avessi scelto di non dare neppure un'occhiata alla grande favola non avrei neanche saputo cosa mi sarei perso. Certe volte è così con noi uomini, è peggio perdere qualcosa di caro che non averlo mai avuto.
ma ora tocca a te rispondere, georg, a te la parola adesso. E' stato quella volta quando eravamo seduti là fuori a guardare il cielo stellato che mi è venuta l'idea di scriverti questa lettera, è stato quando improvvisamente scoppiai a piangere. Infatti non piangevo soltanto perchè sapevo che forse avrei dovuto lasciare te e la ragazza delle arance. Piangevo perchè eri così piccolo. Piangevo perchè noi due non potevamo parlare insieme come si deve.
Te lo chiedo di nuovo, cosa avresti scelto se nè avessi avuta l'occasione? Avresti scelto di di vivere per un breve momento sulla terra per poi, dopo pochi anni, venire strappato da tutto quanto e non tornare mai più? o avresti rifiutato? Hai solo due alternative perchè queste sono le regole. Se scegli di vivere, scegli anche di morire. Per me ha un importanza immensa la risposta che darai a questa domanda, dato che sono direttamente responsabile del fatto che ti trovi qui. Provo una specie di senso di colpa per aver contribuito a metterti al mondo. In un certo senso sono stato io a darti questa vita, o io e la ragazza delle arance naturalmente. Ma così siamo anche noi che un giorno te la toglieremo. Dare la vita ad un bambino non significa solamente fare a questo bambino il più grande dono del mondo. Significa anche riprendersi lo stesso inconcepibile dono.
Devo essere onesto con te georg, io stesso come ho detto, avrei rifiutato l'offerta di una visita panoramica fulminea della grande favola, del tipo "conosci il mondo". Lo ammetto.E se la pensi come me mi sento in colpa per quanto ho contribuito a mettere al mondo.
Mi sono lasciato sedurre dalla ragazza delle arance, mi sono lasciato tentare dall'amore, mi sono lasciato addescare dall'idea di avere un bambino. Ora arrivano la rabbia e il bisogno di conciliazione. Ho fatto qualcosa di sbagliato, penso? la domanda pesa come un cruento conflitto interiore della propria coscienza. Poi arriva anche il bisogno di fare ordine dietro di sè.
ma Georg, se tu rispondi che nonostante tutto avresti scelto di vivere, anche solo per un breve momento, allora in fondo io non ho il diritto di desiderare di non essere nato. Così si arriva almeno ad un pareggio nel nostro resoconto, così i fattori si possono annullare. Naturalmente è questo che spero. Sì è per questo che sto scrivendo. Non puoi rispondere direttamente alla domanda ma puoi farlo in maniera indiretta. puoi rispondermi attraverso il modo in cui sceglierai di vivere questa vita che hai cominciato quando veronica, io ed un medico indisciplinato brindammo a te con lo champagne in sala parto. Ora puoi mettere giù questo mio saluto per te. ora tocca a te vivere. io sarò ricoverato in ospedale domani. era questo l'appuntamento importante.

in sintesi per chi non ha voglia di leggersi l'intero brano, un padre in punto di morte domanda al figlio questo:
Avresti scelto di di vivere per un breve momento sulla terra per poi, dopo pochi anni, venire strappato da tutto quanto e non tornare mai più? o avresti rifiutato? Hai solo due alternative perchè queste sono le regole. Se scegli di vivere, scegli anche di morire.

per lui questa domanda è di vitale importanza, in quando è lui stesso che ha dato la vita la figlio e se lui rispondesse che non vuole vivere il padre si sentirebbe in colpa.
voi a questa domanda cosa rispondereste????


09/01/2008 13:02
 
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letto tutto...
si è molto dolce il libro, mi piace come scrive... Mi piacciono le riflessioni. anche se trovo il tutto un po banale (senza offesa)... Magari leggendolo cambio idea...

Comunque, è un bel post, agny... Ti ringrazio perchè è una delle domande esistenziali che tutti prima o poi si fanno
09/01/2008 13:21
 
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bè sì visto così può essere un pò banale, ma dovresti leggere il libro nel suo insieme per capire meglio...in attesa delle nostre risposte...vi inserisco la risposta finale che da il figlio...
09/01/2008 13:36
 
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se la storia della ragazza delle arance fosse stata un film e se io fossi stato seduto in sala a guardarlo, ben sapendo che non sarei nato su questo pianeta se Jan e la ragazza della arance non si fossero innamorati, allora avrei fatto il tifo per loro, sperando che non si sarebbero solamente sfiorati passando l'uno accanto all'altra. avrei avuto il cuore in gola. Mi sarei angosciato, e quando finalmente veronica e jan si fossero fidanzati mi sarei spaventato a morta per il minimo accenno di litigio. Per me un vero litigio avrebbe potuto avere dimensioni cosmiche: il mondo! non ci sarei mai stato. NOn sarei stato testimone del grande mistero. L'universo! Non avrei mai e poi mai guardato lo scintillante cielo stellato. Il sole! non avrei mai messo piede sulle rocce levigate di tonsberg. non avrei mai potuto tuffarmi con una bella spanciata.
Ora lo capisco. D'un colpo capisco quale portata abbia tutto ciò. Solo ora capisco con anima e corpo cosa significhi non esistere. Sento un crampo fastidioso nello stomaco. Mi sento la nausea. Ma mi arrabbio anche. divento furioso al pensiero che uno giorno scomparitò e poi non ci sarò più, non per una settimana, due, ma per l'eternità. mi sento vittima di un raggiro, di uno scherzo, perchè prima arriva qualcuno che mi dice: prego ecco tutto un mondo per te, dove puoi sguazzare come vuoi. Qui c'è il tuo sonaglietto, il tuo trenino, qui la scuola che comincerai in autunno. E un attimo dopo si sentono risate fragorose: ti abbiamo imbrogliato per bene! e il mondo mi viene strappato dalle mani. Mi sento tradito da tutto, non c'è niente a cui aggrapparsi, non c'è niente che mi può salvare. Non perdo solo il mondo e non perdo solo tutte le cose e le persone alle quali voglio bene, perdo me stesso!
ma nonostante queste riflessioni alla fine il ragazzino scrive
Caro papà,
sono strasicuro che avrei scelto di vivere la mia vita sulla terra anche se solo per un breve momento. Così puoi finalmente toglierti tutte quelle preoccupazioni. Puoi riposare in pace, come si dice. Grazie per aver intrapreso la caccia alla ragazza delle arance..


nella conclusione si dice questo:
ho un piccolo suggerimento per te che leggi questo libro. Chiedi a tua madre ed a tuo padre come si sono incontrati. Forse hanno una storia emozionante da raccontarti. Chiedi magari a tutti e due, perchè non è detto che raccontino esattamente le stesse cose. Non devi meravigliarti se improvvisamente si mostrano un pò vergognosi, credo sia normale. Queste favole di cui parliamo non sono mai completamente uguali, ma sto cominciando a capire che hanno delle regole più o meno delicate delle quali può essere difficile parlare. Quanto più la loro storia è dettagliata, tanto più emozionante immagino sia stare ad ascoltarla, perchè se solo qualcosa fosse andato un pò diversamente non saresti nato!
09/01/2008 20:30
 
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Non ho letto tutto, ma solo la domanda da te sottolineata. E la prima risposta che mi viene da dare è questa...scelgo di vivere, perchè il non vivere non so nemmeno cos'è.
09/01/2008 21:03
 
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Non essere nati, è di tutte le cose la migliore; ma per chi è apparso, tornare al più presto là da dove è venuto è, di gran lunga, la seconda cosa.
Sofocle, Edipo a Colono.
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