Ha 12 anni, il padre era contrario
Il giudice del tribunale di Melbourne da l'ok. Il motivo: "E' nei suoi migliori interessi"
La madre: "Si comporta e si considera come maschio in ogni senso"
La presidente dell'Associazione australiana medici: "Era meglio rinviare il trattamento "
SYDNEY - Una dodicenne australiana ha avuto l'ok per iniziare il trattamento per cambiare sesso, nonostante l'opposizione del padre (che vive altrove): un giudice del tribunale di Melbourne ha stabilito che la procedura è "nei suoi migliori interessi". Il quotidiano Sun Herald ha riferito oggi che la ragazza ha già iniziato un trattamento ormonale per sopprimere lo sviluppo della pubertà e potrà richiedere un nuovo certificato di nascita - oltre a passaporto e tessera sanitaria - sotto nome maschile.
Tenutasi a dicembre a porte chiuse, la causa è venuta allo scoperto solo ora con la pubblicazione del verdetto. "A mio giudizio e in base a tutte le evidenze -ha detto il giudice- il trattamento è nel suo interesse". La madre aveva chiesto al tribunale l'autorizzazione al trattamento dopo che la figlia, che ha confessato ai genitori e agli psichiatri il suo desiderio di vivere da uomo, ha cominciato a esprimere una forte ansia verso l'imminente pubertà.
La donna ha raccontato: "Dalla più tenera età si è identificata fortemente: femmina normale in termini di anatomia e fisiologia, si comporta e si considera come maschio in ogni senso".
Il verdetto è stato criticato dalla presidente dell'Associazione australiana dei medici, Rosanna Capolingua. Secondo lei, la migliore opzione è il rinvio. "Una persona di soli 12 anni attraversa un periodo di transizione e di formazione della propria identità".
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