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Il racconto del mio parto

Ultimo Aggiornamento: 09/10/2009 09:56
01/10/2009 16:34
 
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Una meravigliosa fatica....
Non so se sia la sezione giusta...Ma lo metto qui...Doveva essere un resoconto alla fine è diventato una racconto anche se in realtà non ha niente di inventato.

E' più lungo di quanto volessi, ma mi sono trovata a trascrivere ogni ricordo, ogni sensazione perchè possa ricordare tutto in futuro di questa mia fantastica e terribile esperienza che è stata il parto di mia figlia Alice. Se vorrà tra un pò di anni lo farò leggere anche a lei.

Datemi pure i vostri pareri, sarei felicissima se leggendolo riusciste a provare anche solo un decimo delle emozioni che ho provato io vivendolo.

01/10/2009 16:35
 
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Venerdì 20 Febbraio io e mio marito eravamo ospiti a cena di amici...A chi mi chiedeva quanto mancasse al parto rispondevo che avrei potuto partorire da un momento all'altro! Scherzavamo, così quando mi viene offerta una porzione enorme di profiterol dopo aver mangiato già una pizza e dei dolci di carnevale mi chiedo ad alta voce se tre palline di profiterol non possano indurmi il parto! Inutile dire che le ho mangiate lo stesso!

Torniamo a casa verso l'una e corriamo a letto, siamo sfiniti.

All'incirca verso le 4.30 di mattina sogno di bagnare il letto, così mi sveglio di botto e corro in bagno a controllare la situazione. Nulla di anomalo, il letto è asciutto, ho solo una piccolissima perdita acquosa rosata. Decido di mettere un assorbente per poter controllare se le perdite aumentano e torno a letto. Sveglio il marito e lo aggiorno della situazione e dei miei sospetti (rottura alta del sacco, il libro sulla gravidanza che avevo preso spiegava chiaramente questa eventualità in caso di scarse perdite chiare).

Non riesco più a dormire e intanto il liquido rosato aumenta, decido comunque di attendere perchè ho paura che al pronto soccorso possano ridermi in faccia e rispedirmi a casa, ho bisogno di segnali certi!
Mi vengono alcune contrazioni, ogni 6, 8, 9 minuti, ma durano 3 secondi e sono poco dolorose.
Passa un paio d’ore così, ma decido di andare comunque in pronto soccorso, mi dico che quantomeno mi faranno un’ecografia per vedere lo stato di salute della bimba.
Facciamo colazione, stiro la maglia che voglio mettermi, prendo tutto il necessario e alle 08.30 siamo all’ospedale.
Spiego la situazione, mi mettono in attesa, poi mi visitano, nel frattempo il liquido non scende più e li vedo perplessi, forse dubitano della mia versione dei fatti, ma poi a furia di visite (prima il ginecologo che sembra uscito da Gray’s Anatomy, poi una allieva ostetrica) e di manovre sulla pancia, il liquido riprende ad uscire ed è anche bello abbondante.
Il ginecologo mi fa un sacco di domande, compila una cartella e mi dice che devo fare una terapia antibiotica perchè il sacco si è rotto anche se in posizione alta (da questo le perdite discontinue di liquido).
Mi dico che abbiamo fatto bene a lasciare la valigia in macchina perchè dopo l'antibiotico mi rimanderanno a casa, invece mi mettono un ago cannula al braccio destro e mi misurano la temperatura. Finalmente capisco che mi stanno ricoverando.
Giungiamo nella camera che ci indicano con solo le giacche in mano e l’ostetrica di turno vedendoci senza valigia ci riprende subito dicendo: “Col sacco rotto pensavate che non ricoveravamo..”, io mi giustifico dicendo che la valigia c’è, é in macchina e che speravamo mi rimandassero a casa.
Recuperata la valigia mi metto camicia, vestaglia e ciabatte e solo allora avvisiamo i nostri genitori di quanto accaduto.
Intanto l’orario mattutino delle visite è finito, mi portano il pranzo e il maritino deve tornarsene a casa, potrà tornare alle 16.00, gli raccomando di portarmi qualcosa da leggere e qualche snack e rimango sola.
Le contrazioni sono ancora sporadiche e sopportabili, tanto che chiacchiero con la mia vicina di letto: avrà all’incirca la mia età, è anche lei al primo figlio, le si sono rotte le acque la mattina stessa, solo che lei se n’è accorta subito visto la valanga di acqua.
Nel letto di fronte al suo c’è un’altra donna, è musulmana e non parla molto l’italiano, ci scambiamo sguardi solidali, capisco dai discorsi stentati con le infermiere che è al terzo figlio, un maschio come i primi due.
Nelle ore successive ci attaccano il monitoraggio a turno, le contrazioni continuano e diventano più forti, ma sono ancora troppo irregolari. Le sopporto stoicamente, riesco anche a contarmele da sola con un occhio all’ora sul cellulare. Arrivano ancora ogni 6-7-8 minuti, ma stavolta durano 10 secondi, a volte 15.
L’attesa è snervante, ma so che è ancora troppo presto; vorrei sonnecchiare ma non riesco, chiudo gli occhi solo per sopportare meglio il dolore che nel frattempo si è fatto più intenso. Arriva l’orario delle visite pomeridiano, i corridoi e le camere si riempiono di gente e confusione, smetto di contare le contrazioni e aspetto mia suocera e i miei genitori.
Il maritino arriverà più tardi, su mio invito rimane a casa un po’ di più per cercare di recuperare le poche ore di sonno: lo voglio riposato per quando arriveranno le contrazioni vere! Chiacchiero con mia suocera, i miei e mia sorella. Cammino per i corridoi fermandomi ogni tanto per far passare l’ennesima contrazione, vedo che continuo ad averle e sono contenta che tutto proceda per il meglio. Vado anche al nido a vedere i nuovi nati, col mio pancione coperto malamente dalla vestaglia ancora non mi rendo conto che il giorno dopo ci sarà mia figlia in vetrina!
Arrivata la sera i parenti vanno a casa, rimango sola con mio marito, le contrazioni sono sempre più lunghe e forti: il sostegno di lui inizia ad essermi di grande aiuto. Contiamo le contrazioni e la durata, all’apice del dolore mi appoggio a lui e provo sollievo. Purtroppo lui non può rimanere per la notte, il travaglio non è ancora cominciato così a l’ora di cena lo saluto e gli raccomando ancora di dormire il più possibile, mentre l’ostetrica di turno gli assicura che verrà chiamato quando sarà il momento.
Rimango ancora sola, ceno con gusto, mi dico che ho bisogno di tutte le mie forze: domani è il grande giorno: me lo ripeto nella testa, ma ancora non realizzo veramente cosa voglia dire.
Le contrazioni sono sempre presenti ma mi sembrano più deboli rispetto a prima; irritata mi passa la voglia di contarle e non mi va neanche di chiacchierare con le altre. La ragazza vicino al mio letto sta sempre più male, ha ottenuto che suo marito rimanesse con lei perché da un’oretta le sue contrazioni sono aumentate molto, forse non sono ancora quelle giuste, ma lei si lamenta per il dolore, cammina per la stanza, si aggrappa alla spalliera del suo letto oppure si appoggia al marito e soffre visibilmente dicendo che sente la testa della sua bambina. Le ostetriche controllano costantemente la situazione, alla fine le vedo perdere un po’ della loro consueta calma: decidono di portare la ragazza in sala parto. La vedo uscire e perdo la calma anche io: non ho più contrazioni forti, eppure quella mattina le avevo più regolari dell’altra ragazza, invece ora lei dopo solo 14 ore stava per partorire la sua prima figlia!
La invidio, lo sconforto mi prende e si fa sentire anche la stanchezza. Sono le dieci di sera, ho poche ore di sonno all’attivo e ancora molte, troppe ore di contrazioni ancora da affrontare, mi sembra di essere tornata al punto di partenza: a cosa sono servite 14 ore di contrazioni? Il fantasma dell’induzione del parto mi insegue, cerco di convincermi invano che l’importante è che Alice venga alla luce. Rimpiango la presenza di mio marito, con lui le contrazioni andavano alla grande!
Mi costringo a calmarmi, so che questi brutti pensieri non mi aiuteranno di certo nel travaglio. Penso a mia figlia: comunque andrà l’indomani finalmente la conoscerò! Mi accarezzo la pancia e come sempre questo gesto mi rilassa. Le contrazioni piano piano riprendono ad avere un ritmo, evito di contarle, ormai il loro andamento è chiaro nella mia mente.
Riesco ad assopirmi tra una contrazione e l’altra, ma non posso veramente dormire, il dolore mi risveglia ogni volta.
Le corsie sono silenziose ora, le luci sono state spente e il via vai di infermiere e ostetriche si è ridotto. Sono sola con il mio pancione e il mio dolore, non mi stupisco, c’è ancora molto da fare!
Mi sforzo di bere spesso, il maritino mi ha lasciato il succo di mela che mi piace tanto ed un pacco di sfogliatine: riesco a mangiarne una nella pausa tra due contrazioni.
L’ostetrica di turno è cambiata, passa ogni mezz’ora a controllare la situazione, non dice nulla, si limita a guardarmi in faccia e a controllare il mega assorbente che mi hanno fatto mettere: da un po’ di ore ormai le perdite acquose sono miste a sangue, lo prendo come un buon segno.
Ora il dolore è forte, mi alzo solo per fare pipì, con la paura che l’ennesima contrazione mi prenda mentre sto camminando verso il bagno, che per fortuna è in camera. Non riesco più neanche ad assopirmi così cerco di muovermi il più possibile, so che la posizione supina non aiuta le contrazioni, mi costringo a stare in piedi, a camminare, faccio pochi passi intorno al mio letto, nel momento del dolore forte mi fermo o mi appoggio alla spalliera. Faccio qualche passo anche in corridoio, voglio andare a leggere gli orari di visita affissi sulla porta in fondo, ma a metà strada ci rinuncio, il dolore mi blocca, così torno al mio letto. L’ostetrica continua a fare capatine nella stanza, cerco di mostrarmi più sofferente possibile in modo da attirare la sua attenzione.
Trovo una posizione comoda: appollaiata sul bordo del mio letto con una gamba su e una giù: penso che mi prenderanno per matta ma non mi importa.
Ormai sento premere sotto ad ogni contrazione: la testa di Alice si sta facendo strada nel mio bacino, l’operazione non deve essere facile visto la grande pressione che è costretta ad esercitare sul mio perineo! Il dolore mi sembra meno intenso di prima, ma la sensazione di pressione è molto fastidiosa. Mi sembra impossibile che Alice possa riuscire a passare, lì sotto è ancora tutto chiuso e le mie membrane sembrano opporsi ad ogni sua spinta.
Il senso di panico è sempre in agguato...non so che fare, nessuno mi dice nulla e sto male....Mi impongo di rilassarmi per aiutare la bimba nella sua operazione ed intanto penso: “Forza Alice! Spingi!”, ormai non mi interessa più del dolore, voglio che Alice esca al più presto!
Si sta facendo mattina ed io sono ancora nello stesso letto. Un’allieva ostetrica mi attacca il monitoraggio e le dico che sento la bimba spingere sotto, lei se ne va dicendo che avrebbe informato l’ostetrica di turno. Spero che l’ostetrica venga presto dalla mia stanza, invece passa un sacco di tempo e non si vede nessuno. Il foglio di carta col tracciato delle mie contrazioni è sempre più lungo e si accumula sul bordo del mio letto. Nessuno viene a controllarlo, non lo guardo neanche io, tanto ho capito che quei grafici danno solo un’indicazione relativa dell’andamento del mio travaglio.
Finalmente l’ostetrica arriva, guarda il tracciato, non sembra ancora soddisfatta della qualità delle mie contrazioni. Ripeto che sento spingere sotto, allora si siede sul mio letto e decide di seguire attivamente qualche contrazione con una mano sulla mia pancia. Le contrazioni arrivano puntuali ma lei rimane dubbiosa....io intanto prego che voglia visitarmi: contrazioni o no lì sotto qualcosa sta succedendo! Con mia grande gioia mi dice di seguirla in sala visita.
Non ne posso più di essere maneggiata, ma è necessario. La visita è un po’ dolorosa, l’ostetrica preme molto per sentire la posizione delle fontanelle sulla testa di Alice. Il collo è appianato dice (altro moto di gioia), ne rimane solo un mezzo centimetro e la dilatazione è di 3-4 cm, so che il momento tanto sospirato è arrivato: Mi dice di raccogliere le mie cose per spostarmi in sala parto!
Io chiamo mio marito, mi risponde subito, gli dico: “E’ il momento, mi portano in sala parto. Vieni subito!”. Sono le 08.00 di mattina, tra poco faranno entrare i parenti in visita, vorrei essere in sala parto prima che inizino ad affollare i corridoi.
Raccogliere le mie cose mi impiega tempo, devo aspettare la pausa tra una contrazione e l’altra. Afferro gli oggetti sparsi sul mobiletto che mi faceva da comodino e li infilo nel trolley. Il maritino arriva ed io sto ancora aspettando che mi conducano in sala parto. Mi viene detto che bisogna attendere perché le sale parto sono tutte occupate.
Mi siedo sul mio letto, cerco di stare calma, ormai dopo tante ore di contrazioni mi sono quasi abituata al dolore, é forte ma so che non è infinito….per un minuto devo stringere i denti ma poi ecco la fantastica pausa in cui ci si sente benissimo! Cerco di essere forte ma alcune contrazioni mettono a dura prova la mia resistenza…Mi appoggio pesantemente a mio marito che nel frattempo ha fortunatamente trovato una sedia su cui sedersi. Sono stanca….la gioia a sentire le parole “sala parto” è già svanita…Quando mi vengono a prendere? E se ci volessero ore? E se partorisco qui? Ma non posso, sono troppo scomoda! Non trovo una posizione che mi soddisfi, cammino un pochino ma non riesco più di tanto…la sensazione della testa di Alice impegnata nel mio bacino è chiarissima e fastidiosa…Avrei voglia di farle spazio a forza!
Verso le dieci finalmente ci dicono che possiamo andare in sala parto. Una dottoressa mi fa strada col sorriso sulle labbra, io la vorrei abbracciare perché nella confusione del momento mi sembra emozionata per me e grazie a lei realizzo che stavolta è davvero il momento!
La seguo con le mie gambe, mio marito dietro con la valigia. Attraversiamo il corridoio che riporta all’entrata del reparto incrociando parenti e amici delle degenti che mi guardano, ma ormai vado spedita e non bado a niente! La sala parto è più all’interno, così le voci dei visitatori non si sentono più.
E’ più grande di quanto immaginassi, illuminata solo dalla luce naturale e gradevolmente riscaldata. La finestra è leggermente aperta, posso sentire il cinguettio degli uccellini nel giardino del reparto. Vedo la famosa vasca per il parto in acqua, è meno bella di quanto pensassi, ma basta che faccia il suo dovere. L’ostetrica entra subito dopo di noi chiudendo la porta dietro di sé. Io mi rilasso immediatamente. Lei è piuttosto giovane, vestita di verde, si presenta come Michela, ha un viso dolce e una bella frangia.
Mi aiuta a salire sul lettino con le staffe ma non mi fa appollaiare subito a gambe all’aria, lascia che mi metta come voglio. Io che sto maluccio e non so che fare sto semplicemente sdraiata, allora lei prima abbassa la parte inferiore del letto tipo poggiapiedi, poi mi alza lo schienale ed effettivamente sono più comoda. Mi chiede di avvisarla quando arrivano le contrazioni ed intanto la vedo allontanarsi e preparare l’occorrente per il grande evento. Vedo i suoi movimenti ma non posso seguirla con attenzione...ogni nuova contrazione mi manda un pò in trance. Mi chiede se mi piacciono le essenze, dico di sì e allora versa per me una fialetta alla lavanda nel termosifone. Il suo profumo dolce si spande poco dopo e io mi sento coccolata. Perdo tantissimo liquido ormai, sembra non finire mai. Mi preoccupo di bagnare tutto ma l’ostetrica non batte ciglio e dopo avermi sciacquata con acqua tiepida presa dal secchio che ha riempito in bagno, mi mette dei panni asciutti e puliti sotto le gambe. Mi sento come una bambina...guardo i gesti di lei che sembrano arrivare da un passato lontano (chissà se anche le vecchie levatrici facevano così?).
Le contrazioni sono sempre più forti, la zona lombare mi fa malissimo! Prego mio marito di premermi sull’osso sacro più forte che può, più preme e più provo sollievo! Mi metto anche un cuscino attaccato alla schiena e lo spingo come posso sui miei lombi!
Sono davvero stanca...L’ostetrica non può fare molto...Mi dice di avvisarla quando sento di spingere ed intanto mi da della marmellata di albicocca da mettere sotto la lingua. La vedo un pò contrariata...ho paura che mi voglia rispedire in sala travaglio ma non dice nulla.
Entra una seconda ostetrica...la riconosco, è quella che mi ha seguito nelle ultime visite.
Mi dice “Che ci fai qui?” ed intanto sorride, poi mi rassicura che farò presto perché le mie membrane all’ultima visita erano cedevolissime: io spero che abbia ragione!
Non so dire quanto tempo sia passato...non sono più tanto lucida...mio marito è sempre al mio fianco e non voglio che si allontani! A volte il tempo mi sembra dilatato e il panico si ripresenta, ma sento lui vicino che mi incoraggia, che attende insieme a me che la natura faccia il suo corso.
Inizio a sentir voglia di spingere, avviso subito l’ostetrica che mi dice di aspettare...resistere a quell’impulso è uno sforzo immane! Sento la stanchezza delle ultime 24 ore ripresentarsi tutte insieme, voglio che finisca, in parte riesco a non spingere in parte no...è più forte di me! Finalmente ho il via libera...posso spingere...Mio marito e l’ostetrica mi reggono i piedi in alto opponendosi al movimento generato dalle mie spinte. Mi sembra che nonostante i miei sforzi non stia succedendo molto: l’ostetrica mi dice di provare ancora qualche spinta ma se continua così dovranno farmi una puntura di anestetico e praticarmi l’episiotomia. Mio marito (come d’accordo) inizia a spiegare che sono contraria, ma io lo zittisco, voglio l’episiotomia! La tensione sulle mie membrane è insopportabile, sono esausta, voglio che Alice nasca subito! L’ostetrica non fa in tempo a decidersi sul da farsi, sto spingendo più che posso, la frustrazione mi tira fuori un grido che coglie di sorpresa tutti (compresa me). Io che non manifesto facilmente le mie emozioni sto gridando! La mia voce si alza sempre di più insieme alle spinte, non è un grido di dolore ma di liberazione!Mi da la forza di andare avanti! Mio marito mi incoraggia! Sento dire “Si vede la testa!” e mi sento catapultata in un film! Mi brucia tutto là sotto ma non ne posso più di aspettare la mia bambina! E’ allora che l’ostetrica mi dice che le spinte le posso fare anche frequenti e brevi (col senno di poi deve essere stato in questo momento che mi sono lacerata). Mi aiuta a respirare come si deve e dopo qualche minuto sento un movimento in mezzo alle gambe. E’ la bimba che decide con quale spalla uscire e capisco che ormai il peggio è passato, la testa è fuori! Mio marito è ora di fronte a me e si gode lo spettacolo! Ancora una contrazione e il corpo di Alice sguscia fuori come un razzo! Non sento nulla se non liquido che esce fuori: Alice è nata!
L’ostetrica l’afferra al volo e guarda l’orologio: sono le 13.02 del 22 Febbraio. Alice non piange, è sveglissima e tranquilla, viene avvolta in una coperta con lenzuolo e mi viene data così com’è: gonfia sporca e tenerissima! Me lla appoggio sul petto e la guardo: sembra una piccola tartarughina...ha un occhio più chiuso dell’altro e la testa un pò allungata a causa del passaggio nel canale del parto! Povera che giornataccia! Mi sembra ugualmente bellissima! Le dico “Ciao piccola!”. E’ girata su un lato così intercetta lo sguardo del papà che è in estasi come sono io. Si guardano per un lungo istante.
Io mi beo di quell’immagine poi penso all’improvviso che non ci hanno detto il sesso: se l’ecografista avesse sbagliato? Il mio esserino è avvolto nella coperta, lo scopro un pochino: tutto ok, il nome che abbiamo scelto va benissimo, é Alice! Una contrazione ed ecco fuori la placenta. La prendono e la esaminano da ogni lato. Io sono troppo distratta da mia figlia per seguire l’operazione.
Alice cerca subito il seno allora mi giro faticosamente su un fianco e l’aiuto. Mio marito ci fa delle foto. Vado in brodo di giuggiole a vedere la piccola manina chiusa a pugno vicino al visino, voglio che lui la immortali in quella posizione, così tenera ed indifesa!
Non dura molto, mi devono mettere i punti! Sono costretta a rimettere le gambe su quelle staffe maledette!
Alice viene consegnata al papà ed iniziano le operazioni di sutura. Mi fanno una iniezione di anestetico locale, mi dicono che attutirà solo un pò il dolore dei punti ed in effetti sento quasi tutto! La mia soglia del dolore è ormai bassissima per via di tutto quanto patito prima e della stanchezza. Vorrei solo dormire insieme alla mia piccolina invece devo subirmi 45 minuti di punti. Mi dicono che alla fine tornerò come nuova...io lo spero, mi sembra di non poter più muovere nulla lì sotto!
Quando tutto è finito sono a pezzi, sogno il letto della camera di degenza. Alice è ancora accanto a me, mio marito anche, siamo esausti ma felici! La mano che lui ha usato per premere sul mio bacino è inerme...Non mi sono accorta di quanto tempo l’abbia tenuta sotto la mia schiena!
In un momento di distrazione dell’ostetrica, intenta a ripulire la sala, cerco di scendere dal letto, mi fermo a metà strada...un capogiro mi coglie...Non ce la faccio! L’ostetrica si accorge della scena e mi sgrida, dice che non posso scendere da sola: ho perso tanto sangue. Ed io che ne sapevo? Mi portano in camera direttamente col lettino. Alice arriva più tardi con la sua culletta a rotelle numero 24 e il suo nome scritto sopra: è andata a fare il primo bagnetto al nido accompagnata dal papà. Capisco che il bimbo che sentivo strillare in lontananza era lei! Mamma mia che vocione! Finalmente possiamo dormire vicine vicine!

[Modificato da =Ranchan= 02/10/2009 10:56]
01/10/2009 17:47
 
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... che emosssssssssione ... ho la pelle d'oca!
01/10/2009 18:12
 
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Mi fate sempre piangere come una fontanella con questi racconti [SM=x1460496] [SM=x1460496]

non vedo l'ora che capiti a me! [SM=x1460409]

[SM=g9524]
02/10/2009 08:35
 
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Leggendo le tue parole, rivedevo passo dopo passo il mio parto.

La nascita dei bimbi è una gioia immensa nonostante, la fatica, nonostante il dolore, io lo rifarei anche domani [SM=x1460438]
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02/10/2009 10:01
 
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[SM=x1908298] mi sono messa a piangere....
bellissimo racconto!!!
02/10/2009 10:28
 
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Sono davvero contenta che vi abbia emozionato!! ^_____^

E' proprio quello che volevo esprimere: che meravigliosa ed unica esperienza sia il parto nonostante tutto il dolore e la fatica...

In effetti ho notato che ho scritto 3 pagine e mezzo del prima e due pagine e mezzo del dopo nascita....In effetti il prima è stato più lungo....

02/10/2009 10:28
 
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sì sì è davvero emozionante, l'hai scritto benissimo:)
02/10/2009 10:29
 
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Re:
violella!, 02/10/2009 8.35:

Leggendo le tue parole, rivedevo passo dopo passo il mio parto.

La nascita dei bimbi è una gioia immensa nonostante, la fatica, nonostante il dolore, io lo rifarei anche domani [SM=x1460438]




Anche io lo rifarei...Magari non proprio domani...E poi devo convincere il marito... [SM=x1460411] [SM=g9418]
02/10/2009 10:54
 
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Ho scritto epidurale invece di episiotomia!! Ora correggo!
02/10/2009 11:15
 
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Re: Re:
=Ranchan=, 02/10/2009 10.29:




Anche io lo rifarei...Magari non proprio domani...E poi devo convincere il marito... [SM=x1460411] [SM=g9418]




Io lo rifarei subito, ma mio marito dice che è troppo faticoso e per il momento non vuole un altro pupino [SM=g8108]

Vuoi sapere la beffa, io sono in ritardo di 5 gg e non sono incinta [SM=x1460496]
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02/10/2009 11:26
 
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Non sono ancora riuscita a leggerlo tutto. Per il momento è davvero emozionante, mi prende tanto storacconto, solo che purtroppo non posso finire di leggere adesso [SM=g8140] . A + tardi
02/10/2009 13:35
 
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Re: Re: Re:
violella!, 02/10/2009 11.15:




Io lo rifarei subito, ma mio marito dice che è troppo faticoso e per il momento non vuole un altro pupino [SM=g8108]

Vuoi sapere la beffa, io sono in ritardo di 5 gg e non sono incinta [SM=x1460496]




[SM=x1460511] Dai vedrai che lo convincerai presto... E' normale che ora che Ale vi impegna di più lui non se la senta...ma col tempo Ale sarà sempre più gestibile e piano piano cambierà idea!

E poi io credo che i mariti dicano così anche perchè si sentono un pochino trascurati...sono un pò bambini anche loro! [SM=x1460409]
02/10/2009 13:36
 
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Re:
Agny81, 02/10/2009 10.28:

sì sì è davvero emozionante, l'hai scritto benissimo:)




Wow! Grazie! [SM=x1460409]
02/10/2009 13:38
 
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Re:
@oms@, 02/10/2009 11.26:

Non sono ancora riuscita a leggerlo tutto. Per il momento è davvero emozionante, mi prende tanto storacconto, solo che purtroppo non posso finire di leggere adesso [SM=g8140] . A + tardi




Che ridere...Sembra che parli di un thriller.. [SM=x1460411] [SM=x1460411]

Leggi pure con calma..! [SM=x1460407]
02/10/2009 13:45
 
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Re: Re:
=Ranchan=, 02/10/2009 13.38:




Che ridere...Sembra che parli di un thriller.. [SM=x1460411] [SM=x1460411]

Leggi pure con calma..! [SM=x1460407]




[SM=x1460465]
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02/10/2009 15:12
 
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Re: Re: Re:
violella!, 02/10/2009 11.15:




Io lo rifarei subito, ma mio marito dice che è troppo faticoso e per il momento non vuole un altro pupino [SM=g8108]

Vuoi sapere la beffa, io sono in ritardo di 5 gg e non sono incinta [SM=x1460496]



come fai a essere sicura di non essere incinta? hai fatto un test?

se ti consola io sono al 40esimo giorno di ciclo e non so neanche se ho ovulato [SM=x1460417]
02/10/2009 15:17
 
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Tiziana posso chiederti una cosa personale [SM=x1460405]
Dopo quanto sei riuscita ad avere di nuovo rapporti con tuo marito avendo fatto l'episiotomia?

Comunque se volete ridere ad una mia amica a cui anche hanno fatto l'episiotomia, l'infermiera mentre la ricuciva le ha detto "te la faccio bella stretta così tuo marito è contento" [SM=x1460465]
02/10/2009 15:29
 
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Re: Re: Re: Re:
assorta, 02/10/2009 15.12:



come fai a essere sicura di non essere incinta? hai fatto un test?

se ti consola io sono al 40esimo giorno di ciclo e non so neanche se ho ovulato [SM=x1460417]




Ho fatto 1 test di gravidanza della farmacia e non contenta ho fatto la Beta Hcg ieri mattina, ma sono risultate negative [SM=x1460401]

Inoltre ho fatto tutto di nascosto da mio marito, perchè sai che al momento non vuole altri figli [SM=x1460496] e non volevo mettergli agitazione per nulla [SM=x1460439]


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02/10/2009 15:32
 
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Re:
assorta, 02/10/2009 15.17:

Tiziana posso chiederti una cosa personale [SM=x1460405]
Dopo quanto sei riuscita ad avere di nuovo rapporti con tuo marito avendo fatto l'episiotomia?

Comunque se volete ridere ad una mia amica a cui anche hanno fatto l'episiotomia, l'infermiera mentre la ricuciva le ha detto "te la faccio bella stretta così tuo marito è contento" [SM=x1460465]




ti posso rispondere anche io?

Io ho aspettato i 40 gg che consigliano i medici, perchè è più o meno il tempo che serve all'utero di ritornare saldamente nella sua posizione e nella sua grandezza normale.

Ammetto che all'inizo avevo un po' paura, ma mi sono detta meglio superare subito la paura che portarmela dietro, perchè ho sentito tante coppie che dopo il figlio hanno aspettato mesi prima di ricominciare [SM=x1460401]
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