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crisi banche

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    TA79
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    00 16/09/2008 16:00
    raga' che sta' succedendo nelle banche?

    E' fallito il quarto gruppo bancario USA,la Banca Centrale Europa ha dovuto stanziare 30 milioni di euro da stampare per arginare la crisi, ieri.Non è servito a nulla.
    Mi hanno detto che l'Italia dei Valori...Ed il Movimento Politico per il Bene Comune...
    hanno Invitato tutti gli investitori a salvare il salvabile.
    Vendere tutte le obbligazioni, conti correnti, fondi d'investimento, ed azioni.
    In poche parole togliere i soldi dalla banca,cosi mi hanno detto ,altrimenti li perdiamo tutti perchè le banche falliranno.
    mi hanno pure dato un link:


    www.antoniodipietro.com/2008/09/_a_vasto_il_12.html

    voi cosa ne pensate?corriamo seriamente rischi ?
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    @Mimmi the Maneater@
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    00 16/09/2008 16:20
    Ho trovato questo, mi sto interessando poco ultimamente.

    da Il Messagero

    Origini e vie di uscita, anatomia di una crisi

    di Roberta Amoruso
    ROMA (16 settembre) - E’ la più grave crisi da un secolo a questa parte». Alan Greenspan, ex timoniere della Fed, sa bene di che cosa parla. C’era lui nel 2001 alla guida della banca centrale Usa, a predicare una politica monetaria espansiva che doveva servire ad attutire l’impatto recessivo causato dallo scoppio della bolla dot.com. E’ lì l’inizio della storia. Ora sarà la storia, appunto, a dire se davvero questo tsunami è il più forte degli ultimi 100 anni. Una cosa è certa, però: l’«imprevedibilità» di questa crisi è senza precedenti. Nessuno sa valutare ancora oggi, a un anno di distanza, quanto sarà lunga e profonda.

    Genesi di una crisi. La storia inizia tra il 2001 e il 2003, quando i tassi di interesse passano in in colpo dal 6 all’1%. E la corsa ai mutui a tasso variabile incoraggia le famiglie statunitensi ad indebitarsi sempre di più per l’acquisto di una casa. Finché i prezzi delle abitazioni aumentano il gioco funziona. L’incremento del valore degli immobili consente di ottenere sempre più credito. E le banche riducono drammaticamente gli standard di solvibilità richiesti alle famiglie. E’ allora che si moltiplicano i cosiddetti “mutui subprime” (concessi alle categorie meno abbienti e quindi con un elevato indice di rischio). E quando questi finanziamenti vengono impacchettati più volte in prodotti derivati finiti nei portafogli delle principali banche americane (molto meno in quelle europee) ci sono già tutti gli ingredienti per una miscela esplosiva. Così, basta lo scoppio della bolla immobiliare e il rialzo dei tassi di interesse a far scoppiare la bomba: per il sistema Usa scatta una crisi di liquidità che ha fatto sentire i sui effetti anche in Europa. Che pure con i mutui subprime ha avuto a che fare poco o niente.

    Mille miliardi di dollari: il sistema conta i danni. In molti avevano previsto una crisi che avrebbe finito per toccare il cuore dell’economia. Ma praticamente nessuno era arrivato un anno fa a mettere in conto l’evaporazione di alcuni dei più importanti colossi finanziari. «La crisi potrebbe aver toccato il suo picco, ma le cose potrebbero anche peggiorare», ha avvertito pochi giorni fa il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi. Molto dipenderà ancora dal mercato immobiliare. Ma nel frattempo il bilancio della crisi è diventato sempre più pesante. Costerà mille miliardi, aveva previsto il Fondo monetario internazionale ad aprile scorso. Ora questo traguardo potrebbe già essere vicino. Sono le ultime stime a dirlo. Per Draghi il sistema creditizio globale ha già annunciato perdite per 500 miliardi di dollari, a fronte di una raccolta di nuovo capitale per 350 miliardi. Ma non basta. Ora sarebbero necessari nuovi fondi per almeno altri 350 miliardi di dollari. E il conto si fa più salato se si considera il salvataggio dei due colossi del mercato americano dei mutui "prime": Freddie Mac e Fannie Mae. Le due agenzie semigovernative hanno in mano metà dei mutui americani. E per loro scatta la nazionalizzazione. Questa volta al prezzo di 200 miliardi di dollari.

    Il conto pagato dall'economia. In campo Fed e Tesoro. Chi credeva un anno fa che l’onda lunga della crisi finanziaria del sistema non sarebbe arrivata all’economia reale, oggi deve fare un passo indietro. Quello che doveva essere solo uno schock finanziario si è trasformato in un mix tossico: una combinazione di aumento di inflazione, calo della crescita, restrizioni delle condizioni del credito e tensioni di liquidità nell’industria dei servizi finanziari mondiale. Ingredienti che si aggiungono a una corsa folle dei prezzi delle materie prime. L’epicentro della crisi, si sa, è negli Stati Uniti. Si parla di recessione conclamata. Ma gli effetti si fanno sentire anche in Europa, costretta a ridimensionare le previsioni di crescita dell’economia. Intanto, le banche centrali fanno le loro mosse. La Fed più che dimezza il costo del denaro senza esitazioni. La Bce più cauta, sembra invece più preoccupata dalla corsa dell’inflazione. Non basta. Al di là e al di qua dell’Oceano, scattano i primi salvataggi. L’ estate scorsa la tedesca Ikb, poi l’ inglese Northern Rock, alla fine nazionalizzata. Negli ultimi mesi, negli Usa, il salvataggio di una grande banca d’investimenti, come Bear Stearns e poi dei giganti semipubblici dei mutui, Freddie Mac e Fannie Mae. Sono 700 le banche americane che traballano. E nelle simulazioni matematiche dei modelli del Fmi: la restrizione del credito in atto, dicono, taglierà 2 punti alla crescita del Pil americano, entro la metà del 2009.

    La difesa dell'Europa. Si stringe il cerchio. «Le banche italiane finora non sono particolarmente esposte alle crisi finanziaria e ad oggi non si registra nessuna significativa contrazione del credito». Ancora pochi giorni fa il governatore di Bankitalia Mario Draghi salvava l’Italia dalla tempesta finanziaria che arriva dagli Usa. Del resto, i numeri dicono che «il livello di capitale è ancora molto superiore ai minimi regolamentari». Ma non per questo si può abbassare la guardia. Bisogna tener conto del rallentamento del ciclo economico nei prossimi mesi e delle banche che affronteranno questa fase “con bilanci più deboli”. Lo scenario più ottimistico? “Serviranno almeno altri 350 miliardi di dollari“ di capitali freschi e saranno ancora molte le banche in difficoltà. Lo scenario non è dei più rassicuranti. Ma per il governatore di Bakitalia, ”la situazione non sembra così stressata all’interno della zona euro ”: al momento non c’é una contrazione creditizia. “Ma se la crisi diventasse estesa, sistemica - avverte - cosa che non è ancora, il rischio per le nostre banche e quelle europee è un rischio di controparte”. Di questo dovrà tenere conto anche la Banca centrale europea, che finora ha mantenuto invariato il costo del denaro. Ma dopo il fallimento di Lehman Brothers, Jean Claude Trichet è pronto a mantenere un’allerta «straordinaria».

    Si salvano Fannie e Freddie Lehman Brothers no. Fino all’ultimo il mercato ha incrociato le dita sperando che il Tesoro Usa scendesse in campo anche per salvare le sorti di Lehman Brothers, visti i precedenti con Freddie e Fannie. O almeno sperava in un sostegno al possibile acquirente, come di fatto è accaduto in occasione dell’acquisto di Bear Stearns da parte di Jp Morgan. Ma così non è stato. E la ragione è anche abbastanza evidente. Le due agenzie semigovernative Usa in crisi controllano i tre quarti della nuova erogazione dei mutui immobiliari in America. Un loro fallimento avrebbe messo a dura prova il mercato dei mutui immobiliari nel suo insieme, calcolato in circa 11.000 miliardi di dollari. Le ramificazioni della crisi, poi, sarebbero state senza precedenti: una gran parte dei titoli emessi da Fannie Mae e Freddie Mac, circa 5.000 miliardi di dollari, sono in possesso di grandi internazionali e di molte banche centrali. Insomma, un default di una delle due o di entrambe, avrebbe prodotto la temuta crisi sistemica internazionale, con il rischio di fallimenti a catena di istituzioni finanziarie e di una successiva paralisi dell’economia. Per Lehman Brothers il discorso è diverso: si tratta di una banca d’affari internazionale. In altre parole non ha a che fare con il mercato cosiddetto retail, quello dei risparmiatori.

    Il ruolo delle banche. E' l'ultimo atto dell'uragano. Ora che Lehman Brothers è finita in amministrazione controllata, il mercato si sta già attrezzando per evitare un effetto a catena. E come al solito sono le banche chiamate ad avere un ruolo centrale. Il Tesoro americano e la Federal Reserve sono pronte ad essere più generose nel programma di finanziamenti alle banche commerciali e di investimento. E anche la Bce, come la Fed, si è già mossa per iniettare ulteriore liquidità al sistema. Ma c’è dell’altro in cantiere. Un consorzio formato da dieci banche darà vita a un fondo da 70 miliardi di dollari per assicurare liquidità al sistema ed evitare il collasso. Del consorzio fanno parte Bank of America, Ubs, Barclays, Citibank, Merrill Lynch (appena acquistata da Bank of America), Jp Morgan, Goldman Sachs e Deutsche Bank, Morgan Stanley e Credit Suisse. Ogni banca verserà nel fondo 7 miliardi di dollari e le risorse saranno a disposizione delle 10 banche del consorzio in caso di richiesta di liquidità.
    E le banche italiane? Continuano a essere tra quelle meno esposte allo tsunami finanziario. E non a caso, finora, non sono mai scese in campo per salvare altri istituti di credito. Ma Bankitalia rimane cauta: «Non sappiamo se il peggio è passato». E’ in queste parole il Dna di questa crisi finanziaria. La profondità di questo shock non è prevedibile.

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    @Mimmi the Maneater@
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    00 16/09/2008 16:22
    it.biz.yahoo.com/15092008/58/borsa-milano-chiude-pesante-minimi-pesa-crisi-ban...
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    Lucio_2303
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    00 16/09/2008 17:31
    Bo...può succedere di tutto ormai..e questo grazie agli avidi che popolano sto mondo..
    Se domani la mia banca dovesse venirmi a dire che sta per fallire..be mi metterei a ridere sinceramente..uno perchè da me proprio non ci guadagnano granchè..due perchè cosi almeno qualche potente abbassa la cresta e magari fa un passo indietro..cosa moolto improbabile..ma mi piacerebbe vedere le loro facce che devono spiegare al popolo che cosa cavolo hanno combinato..

    Ci riempiranno la testa di cavolate economico-finanziare..che sinceramente per una famiglia che deve arrivare a fine mese sono solo le solite scuse di un sistema di cui l'uomo si lamente..ma fatto dall'uomo...

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    ORA CHE HO PERSO LA VISTA , CI VEDO DI PIU'

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    Lucio_2303
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    00 16/09/2008 17:38
    Re:
    @Mimmi the Maneater@, 16/09/2008 16.20:

    Ho

    Genesi di una crisi. La storia inizia tra il 2001 e il 2003, quando i tassi di interesse passano in in colpo dal 6 all’1%. E la corsa ai mutui a tasso variabile incoraggia le famiglie statunitensi ad indebitarsi sempre di più per l’acquisto di una casa. Finché i prezzi delle abitazioni aumentano il gioco funziona. L’incremento del valore degli immobili consente di ottenere sempre più credito. E le banche riducono drammaticamente gli standard di solvibilità richiesti alle famiglie. E’ allora che si moltiplicano i cosiddetti “mutui subprime” (concessi alle categorie meno abbienti e quindi con un elevato indice di rischio). E quando questi finanziamenti vengono impacchettati più volte in prodotti derivati finiti nei portafogli delle principali banche americane (molto meno in quelle europee) ci sono già tutti gli ingredienti per una miscela esplosiva. Così, basta lo scoppio della bolla immobiliare e il rialzo dei tassi di interesse a far scoppiare la bomba: per il sistema Usa scatta una crisi di liquidità che ha fatto sentire i sui effetti anche in Europa. Che pure con i mutui subprime ha avuto a che fare poco o niente.



    E pensare che quando lo dicevo alla mia ex ragazza lei si incazzava..dicendo che le mie erano solo scuse per non prendere delle decisioni..alla fine l'ha presa lei..mi ha lasciato..ma ora che ci ripenso mi sento di essermi salvato il culo a non firmare un mutuo a tasso variabile di 25 anni..se l'avessi fatto come molti mi ritroverei ad essere in gravi difficoltà economiche ora..

    Non ci voleva un genio per capire queste cose..hanno voluto sfidare la loro sete di denaro..e ora? siamo tutti in difficoltà..

    Vi faccio un esempio..vicino casa mia vendono un monolocale (leggere bene: monolocale) 35mq indovinate a quanto? 90.000 euro..
    Ora io non sono un genio..ma dovrei essere un enorme pirla per andare a fare un mutuo di 25 anni per un buco di 35mq..vuole dire che io pagherei 500 euro al mese ed ogni 12 mesi avrei praticamente comprato 1.3 mq di casa...adesso ditemi se questa cosa è possibile da sostenere..a volte spero che vada tutto a farsi fottere questo sistema..se la barca affonda lo sarà per tutti..almeno questa volta non saranno solo le categorie sociali minori a prenderla in quel posto..

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    00 16/09/2008 18:08
    io non sceglierei mai il tasso variabile, semmai quello fisso.
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    Lucio_2303
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    00 16/09/2008 18:47
    Re:
    @Mimmi the Maneater@, 16/09/2008 18.08:

    io non sceglierei mai il tasso variabile, semmai quello fisso.




    forse una volta..ora cè da scommeterci che faranno l'opposto..proporranno a tutti il tasso fisso..dicendo che appunto quello variabile ha messo in ginocchio le famiglie..faranno le vittime..cercheranno di farci credere che ora hanno capito di aver sbagliato e vogliono venirci incontro..ma sotto sotto ci sarà l'inchiappettata pure in questo caso..ci scommetto quello che volete..



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    silvercloud87
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    00 16/09/2008 20:35
    Preferisco spendere di più in interessi ma sapere che spendendo quella cifra, a fine mese, ci arrivo comunque.
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    Lucio_2303
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    00 17/09/2008 15:09
    Re:
    silvercloud87, 16/09/2008 20.35:

    Preferisco spendere di più in interessi ma sapere che spendendo quella cifra, a fine mese, ci arrivo comunque.




    ok però non ha neanche senso pagare una casa piu' del doppio di quello che vale..visto che già i prezzi sono saliti alle stelle..nell'esempio che facevo del monolocale a 90.000 vorrebbe dire che dopo 25 anni l'ho pagato 180.000 praticamente 350 milioni delle vecchie lire per un buco dove a malapena ci puo' vivere una sola persona..anzi sopravvivere..

    Però se concedessero ORA il tasso fisso penso che mi fionderei in banca a firmare..ma non lo faranno mai..il fisso torneranno a concederlo quando sarà ancora del 6 7 % annuo..non adesso ahimè
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    00 17/09/2008 16:09
    Il discorso del tasso fisso o variabile è un terno al lotto.

    Chi si intende di finanza dice di fare il contrario di quello che consigliano le banche. Perchè ad es. ovvio che adesso le banche fanno terrorismo sul tasso variabile e consigliano quello fisso, ma mica lo fanno perchè vogliono bene ai contribuenti! Lo fanno perchè in questo modo ci guadagneranno di più. Io ho un mutuo a tasso variabile e per adesso me lo tengo così. La banca dove l'ho acceso (Intesa) ci ha già consigliato di rinegoziarlo a tasso fisso. Non ci penso neanche per adesso. Oltretutto che l'ultimo "metodo" di rinegoziazione è quasi una presa in giro. La valutazione che abbiamo fatto è questa, e potrebbe essere sbagliata ovviamente, nessuno è veggente: abbiamo acceso il mutuo quando il tasso variabile era già stato alzato abbastanza (a inizio 2007), aspettandoci che venisse alzato ancora (come è stato), ma non per molto (speriamo). Quindi non ci siamo impiccati da subito in una rata appena sostenibile per noi, ma l'abbiamo tenuta (per quanto possibile) più bassa in modo da assorbire senza traumi eventuali rialzi del tasso (come in effetti è stato). Poi io e mio marito siamo due dipendenti ed abbiamo quindi uno stipendio che cmq è destinato a crescere nel tempo, quindi ci aspettiamo di poter assorbire un eventuale aumento della rata del mutuo senza privarci di nulla, nella speranza che i tassi di interesse inizino finalmente a scendere come annunciato ormai da tempo.
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    00 17/09/2008 16:12
    Ed aggiungerei che tanto ad allungare il mutuo a 40 anni con tasso fisso (come mi ha proposto Banca Intesa) si fa sempre in tempo visto che in questo modo la rata si abbassa sì, ma alla fine la banca ci guadagna molto ma molto di più!!
    [Modificato da =Ranchan= 17/09/2008 16:13]
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    FunKYTowN
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    00 26/09/2008 14:47
    Scusate se intervengo ma occupandomi per lavoro anche di finanza personale, in modo del tutto indipendente rispetto a banche, assicurazioni e compagnia bella (e ci tengo a sottolinearlo), volevo offrirvi solo alcuni spunti (cogliendo anche l'occasione di salutarvi visto che è da mesi che non lascio post).

    Il terrorismo sulle banche va sicuramente ridimensionato:
    - i conti correnti e i conti di deposito (come ad es. il Conto Arancio) attivi in Italia sono garantiti dal fondo di tutela dei depositi fino a 100.000 euro; stessa cosa per gran parte delle obbligazioni di banche italiane riservate alla clientela;
    - le banche italiane potrebbero risentire della crisi ma a giudizio di tutti non in modo così drastico come sta avvenendo a grandi istituti americani;
    - le banche piccole (in particolare le BCC) probabilmente sono ancora più sicure di quelle grandi (Intesa e Unicredit tra tutte);
    - I fondi comuni hanno un patrimonio separato quindi non possono fallire (naturalmente a meno di vere e proprie frodi la cui probabilità è in ogni caso molto remota);
    - le azioni non c'entrano nulla perché chiaramente si riferiscono alle singole società, quindi ovviamente cambia tutto se uno ha azioni Alitalia piuttosto che Mediobanca.

    Tuttavia, è sempre bene diffidare di tutto il personale bancario che ha contatto con voi poiché è perennemente in conflitto di interesse: loro guadagnano a vendervi i prodotti che voi acquistate, e nessun consiglio potrà mai essere libero da interessi in contrasto con il vostro.
    A volte lo fanno pure in buona fede, perché gli dicono di spingere alcuni prodotti convincendoli del valore che danno al cliente, quando invece potrebbero essere delle mezze-truffe legalizzate.

    Per quanto riguarda i mutui:
    - per la scelta tasso variabile-tasso fisso, secondo tutti gli studiosi indipendenti, il primo (variabile) molto spesso è il più conveniente, a patto che inizialmente sia inferiore al tasso fisso alternativo, e soprattutto che il contraente sia in grado di affrontare eventuali rialzi futuri dei tassi (questo soprattutto è uno dei fattori sottovalutati che ha generato la crisi);
    - la rinegoziazione oggi pubblicizzata e frutto dell'accordo ABI-Tremonti è una vera porcata e va considerata davvero come l'ultimissima spiaggia per chi ha l'acqua ben oltre la gola; la portabilità voluta da Bersani invece è un'opzione molto "buona" ed ora attuabile senza costi ai sensi di legge quindi impuntatevi con la banca se non ve la lascia fare;
    - a volte c'è il rischio che in futuro non si riesca più a rinegoziare il mutuo, specie se si tratta di grandi banche, perché la banca stessa può averlo inserito in una cartolarizzazione senza avvertirvi.
    - resistete alla tentazione di sommare gli interessi che pagherete da qui a trent'anni per confrontarli con il valore del prestito: 1.000 euro oggi sono diversi da 1.000 euro domani, figuriamoci rispetto a 1.000 fra 30 anni.
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    00 26/09/2008 15:55
    Re:
    FunKYTowN, 26/09/2008 14.47:

    Scusate se intervengo ma occupandomi per lavoro anche di finanza personale, in modo del tutto indipendente rispetto a banche, assicurazioni e compagnia bella (e ci tengo a sottolinearlo), volevo offrirvi solo alcuni spunti (cogliendo anche l'occasione di salutarvi visto che è da mesi che non lascio post).

    Il terrorismo sulle banche va sicuramente ridimensionato:
    - i conti correnti e i conti di deposito (come ad es. il Conto Arancio) attivi in Italia sono garantiti dal fondo di tutela dei depositi fino a 100.000 euro; stessa cosa per gran parte delle obbligazioni di banche italiane riservate alla clientela;
    - le banche italiane potrebbero risentire della crisi ma a giudizio di tutti non in modo così drastico come sta avvenendo a grandi istituti americani;
    - le banche piccole (in particolare le BCC) probabilmente sono ancora più sicure di quelle grandi (Intesa e Unicredit tra tutte);
    - I fondi comuni hanno un patrimonio separato quindi non possono fallire (naturalmente a meno di vere e proprie frodi la cui probabilità è in ogni caso molto remota);
    - le azioni non c'entrano nulla perché chiaramente si riferiscono alle singole società, quindi ovviamente cambia tutto se uno ha azioni Alitalia piuttosto che Mediobanca.




    Innanzitutto bentornato! Non devi scusarti. [SM=x1460407]

    Volevo solo dire che sono d'accordo...Ho letto anche io che è così in Italia, so che la crisi delle banche americane non dovrebbe toccare più di tanto i depositi italiani, e male che vada le banche sono assicurate e risarcirebbero i creeditori. Il discorso delle azioni o obbligazioni è diverso, ma chi le ha sa a quali rischi può andare incontro quindi dovrebbe essersi già fatto i suoi conti.

    FunKYTowN, 26/09/2008 14.47:



    Tuttavia, è sempre bene diffidare di tutto il personale bancario che ha contatto con voi poiché è perennemente in conflitto di interesse: loro guadagnano a vendervi i prodotti che voi acquistate, e nessun consiglio potrà mai essere libero da interessi in contrasto con il vostro.
    A volte lo fanno pure in buona fede, perché gli dicono di spingere alcuni prodotti convincendoli del valore che danno al cliente, quando invece potrebbero essere delle mezze-truffe legalizzate.




    Mi fa piacere che confermi quello che penso anche io.

    FunKYTowN, 26/09/2008 14.47:



    Per quanto riguarda i mutui:
    - per la scelta tasso variabile-tasso fisso, secondo tutti gli studiosi indipendenti, il primo (variabile) molto spesso è il più conveniente, a patto che inizialmente sia inferiore al tasso fisso alternativo, e soprattutto che il contraente sia in grado di affrontare eventuali rialzi futuri dei tassi (questo soprattutto è uno dei fattori sottovalutati che ha generato la crisi);
    - la rinegoziazione oggi pubblicizzata e frutto dell'accordo ABI-Tremonti è una vera porcata e va considerata davvero come l'ultimissima spiaggia per chi ha l'acqua ben oltre la gola; la portabilità voluta da Bersani invece è un'opzione molto "buona" ed ora attuabile senza costi ai sensi di legge quindi impuntatevi con la banca se non ve la lascia fare;
    - a volte c'è il rischio che in futuro non si riesca più a rinegoziare il mutuo, specie se si tratta di grandi banche, perché la banca stessa può averlo inserito in una cartolarizzazione senza avvertirvi.
    - resistete alla tentazione di sommare gli interessi che pagherete da qui a trent'anni per confrontarli con il valore del prestito: 1.000 euro oggi sono diversi da 1.000 euro domani, figuriamoci rispetto a 1.000 fra 30 anni.



    Anche riguardo ai mutui mi trovi pienamente d'accordo! Se dovessi trovarmi davvero in difficoltà allora passerò al fisso rinegoziando, ma ora come ora vorrei provare ancora a chiedere la surroga (la rinegoziazione alla Bersani), la banca dove ho chiesto mi ha lasciato intendere che non la fanno (in realtà non la vogliono applicare e trovano scuse).

    Puoi spiegare meglio la frase che ho messo in grassetto? Mi interessa il discorso...Cosa si intende con cartolarizzazione? [SM=x1460416]


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    FunKYTowN
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    00 27/09/2008 12:43
    Sì sì impuntati sulla surroga perché se trovi una banca che ti propone l'offerta poi la tua banca originaria è costretta ad accettare ed il tutto va fatto senza alcun costo per il cliente..

    Invece la cartolarizzazione dei mutui è praticamente l'operazione con cui una banca impacchetta un certo numero di mutui per poi liberarsene, trasferendoli al mercato. In pratica le rate non vanno più a ripagare la banca ma chi ha in mano il pacchetto dove il tuo mutuo è inserito...e la banca non fa altro che raccogliere i tuoi soldi per trasferirli a chi ce l'ha in mano.. per cui la rinegoziazione è molto più difficoltosa se il mutuo è cartolarizzato e quindi il tutto diventa molto più complicato. Non ho esperienze dirette ma ho letto da varie parti, sul sole 24 ore o su altri giornali, di gente che ha avuto questa esperienza.

    C'è anche da dire, in verità, che dopo tutto quello che è successo con la crisi, per le banche cartolarizzare i mutui, almeno per qualche tempo, sarà praticamente impossibile.
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    Lucio_2303
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    00 27/09/2008 13:36
    probabilmente bisognerà anche aspettare l'elezione presidenziale in america..per capire come cambieranno le cose a livello di economia visto che noi siamo troppo spesso soggetti a ciò che accade negli States..leggevo ieri che probabilmente dopo novembre-primi di dicembre si capirà meglio la situazione..proprio perchè l'america in questo momento ha gravissimi problemi legati al discorso mutui..alla loro rinegoziazione ecc..quindi giudicare i provvedimenti che attueranno loro sarà un bene anche per noi..perchè sinceramente non vorrei passare i prossimi 25 30 anni a chiedermi ogni giorno che cosa è meglio da fare..ci vuole una soluzione be chiara e comoda per tutti..comunque penso che il tasso fisso tra poco tempo tornerà ad essere la scelta migliore..ma le banche si sa..meglio fidarsi delle proprie idee e non ascoltare troppo quello che dicono loro..2 anni fa chiesi alla banca il tasso fisso e mi dissero che non lo concedevano piu'..penso che la prima regola per risanare la situazione è quella di tornare a poter scegliere il tipo di mutuo e non avere delle imposizioni da chi te lo concede..in fondo ci guadagnano comunque..mica ci perdono..
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    ORA CHE HO PERSO LA VISTA , CI VEDO DI PIU'

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    00 02/10/2008 10:50
    Re:
    FunKYTowN, 27/09/2008 12.43:

    Sì sì impuntati sulla surroga perché se trovi una banca che ti propone l'offerta poi la tua banca originaria è costretta ad accettare ed il tutto va fatto senza alcun costo per il cliente..

    Invece la cartolarizzazione dei mutui è praticamente l'operazione con cui una banca impacchetta un certo numero di mutui per poi liberarsene, trasferendoli al mercato. In pratica le rate non vanno più a ripagare la banca ma chi ha in mano il pacchetto dove il tuo mutuo è inserito...e la banca non fa altro che raccogliere i tuoi soldi per trasferirli a chi ce l'ha in mano.. per cui la rinegoziazione è molto più difficoltosa se il mutuo è cartolarizzato e quindi il tutto diventa molto più complicato. Non ho esperienze dirette ma ho letto da varie parti, sul sole 24 ore o su altri giornali, di gente che ha avuto questa esperienza.

    C'è anche da dire, in verità, che dopo tutto quello che è successo con la crisi, per le banche cartolarizzare i mutui, almeno per qualche tempo, sarà praticamente impossibile.




    Ho paura che sia proprio quello che è successo recentemente a noi. Che bastardi!!! [SM=x1460410] [SM=x1460418] [SM=x1460400]
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    00 02/10/2008 10:53
    Borsa, titoli bancari in altalena
    Ma Piazza Affari chiude piatta

    Unicredit sospesa al ribasso, poi rimbalza a +11%. Anche Intesa recupera nel finale. Soffrono Fiat e Parmalat

    Un consulante finanziario parla al telefono davanti alla Borsa di Milano, a piazza Affari (Ansa)

    ROMA - L'attesa è tutta rivolta alla riunione odierna del Senato americano, chiamato a decidere sulle sorti del piano Paulson pensato per salvare Wall Street e il sistema bancario statunitense. Ma per le Borse europee è stata un'altra giornata complicata. Alla fine, Piazza Affari ha chiuso sui valori della vigilia (+0,05%) nonostante alcune blue chips siano state più volte sospese per eccesso di ribasso, come Fiat e Parmalat. Particolarmente sotto pressione i bancari, con i colossi Intesa Sanpaolo e soprattutto Unicredit congelate dagli scambi per la difficoltà delle loro azioni a fare prezzo. Una schiarita è arrivata con la 'stretta' della Consob sulle vendite allo scoperto che ha raddrizzato le sorti del titolo di Piazza Cordusio (in chiusura Unicredit ha piazzato un progresso a doppia cifra, +11%, contro la sfilza dei segni meno davanti alle azioni del comparto di riferimento). Tornando agli indici, il Mibtel ha archiviato la sessione con un lieve +0,05% a quota 19.512 punti, mentre l'S&P/Mib e l'All Stars hanno segnato rispettivamente +0,59 e -1,13 per cento. Fra i maggiori ribassi del listino, Parmalat ha ceduto poco più di 5 punti, seguita da Italcementi, Fiat, Banco Popolare e Mondadori. In recupero sul finale Intesa Sanpaolo, a -0,5%.

    PROFUMO: «NON MI DIMETTO» - In serata l'ad di Unicredit Alessandro Profumo ha parlato di «una banca estremamente solida e sana, molto diversificata». «Io sono qua e assolutamente non mi dimetto - ha detto al Tg1 -. Siamo presente come banca leader in molti Paesi europei e credo questa sia una rassicurazione per i nostri clienti». Nell'attuale crisi finanziaria, «il vero tema è quello sull'economia reale. Sicuramente questa crisi avrà un impatto sull'economia europea» ha sottolineato il numero uno di Unicredit, sottolineando che «nel Vecchio Continente il modello delle banche è sempre stato un modello più tradizionale» rispetto agli Usa. «Sono convinto che siamo più al riparo rispetto agli Stati Uniti» ha concluso. Interrogato infine sulle voci di un'offerta pubblica di Santander sulla banca ha detto di non sapere nulla. Poco prima il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia era andata nella sede di Unicredit, in piazza Cordusio a Milano. L'incontro con Profumo sarebbe stato però fissato da tempo.

    CONSOB - Si è fatta insomma sentire l'ulteriore stretta della Consob sulle vendite allo scoperto, dopo le restrizioni già adottate il 22 settembre. La Commissione ha deliberato un provvedimento che prevede - come nel caso di azioni di banche e imprese di assicurazioni quotate nei mercati regolamenti italiani - che la vendita deve essere assistita, oltre che dalla disponibilità, anche dalla proprietà dei titoli da parte dell'ordinante al momento dell'ordine e fino alla data di regolazione dell'operazione.

    BERLUSCONI - Sulla difficile posizione delle banche era intervenuto Silvio Berlusconi: «Gli italiani non perderanno i loro soldi» ha assicurato il presidente del Consiglio. «Non consentirò attacchi speculativi alle nostre banche» ha aggiunto il premier da Napoli. Il Cavaliere, ovviamente, segue con preoccupazione la tempesta finanziaria che ha investito Wall Street e che sta producendo i suoi effetti anche sulla Borsa italiana. Per questo, ha assicurato, si impegna a lavorare per impedire attacchi ai nostri istituti di credito. Ma nello stesso tempo, ha promesso che non saranno toccati i soldi depositati dagli italiani. «Non facciamoci prendere dalla paura e dal panico - ha dichiarato più tardi -. L'Italia è un popolo di risparmiatori, di gente concreta che lavora». Non ci sono elementi di preoccupazioni per il nostro Paese, ma chiaramente «sono preoccupato» per le possibili speculazioni.

    TESORO - Poco dopo, è arrivata una nota del ministero dell'Economia che definisce ingiustificate le tensioni registrate in questi giorni a Piazza Affari. «Al fine di proteggere il mercato italiano da attacchi di natura speculativa che trovano alimento dal perdurante clima di incertezza del sistema finanziario internazionale, il ministro dell'Economia e delle finanze d'intesa con il Governatore della Banca d'Italia si impegna ad adottare le misure necessarie per garantire la stabilità del sistema bancario ed a difendere i risparmiatori, secondo le indicazioni del presidente del Consiglio», dice la nota.

    BRUNETTA - Sullo stesso tema è intervenuto anche Renato Brunetta: «Sulla crisi americana sono ottimista e penso che alla fine il congresso Usa prenderà una decisione saggia nonostante le fibrillazioni degli ultimi giorni» spiega il ministro della Funzione Pubblica e Innovazione, nel corso di una conferenza stampa al ministero a proposito della crisi americana. Poi Brunetta aggiunge: «Comunque credo che le Borse sapranno valutare positivamente il pragmatismo dell'amministrazione statunitense e per quello penso che il mercato potrà ripartire».


    01 ottobre 2008


    Berlusconi è troppo forte!! [SM=x1460465] [SM=x1460465] Per fortuna che c'è lui a gurdarci le spalle! [SM=x1460502]
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    00 08/10/2008 09:46
    ragazzi ma voi avete paura per i vostri investimenti??
    io ho investito in posta, con obbligazioni che dopo i 5 anni dovevano garantirmi il capitale investito..dite che posso stare tranquilla???
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    00 09/10/2008 10:12
    Re:
    Agny81, 08/10/2008 9.46:

    ragazzi ma voi avete paura per i vostri investimenti??
    io ho investito in posta, con obbligazioni che dopo i 5 anni dovevano garantirmi il capitale investito..dite che posso stare tranquilla???




    Agny dipende da che obbligazioni sono. Dovresti informarti alla Posta.

    Se in queste obbligazioni non c'è di mezzo la Leman Brothers non dovrebbero esserci problemi.

    Io non ho investimenti...solo debiti! Mio marito ha una polizza di risparmio ma è sicura perchè la LB non c'entra nulla.
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    00 09/10/2008 10:48
    Re: Re:
    =Ranchan=, 09/10/2008 10.12:




    Agny dipende da che obbligazioni sono. Dovresti informarti alla Posta.

    Se in queste obbligazioni non c'è di mezzo la Leman Brothers non dovrebbero esserci problemi.

    Io non ho investimenti...solo debiti! Mio marito ha una polizza di risparmio ma è sicura perchè la LB non c'entra nulla.



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